Apicoltura, Brescia in allarme: produzione di miele in calo del 30%

Tra chi ha sofferto moltissimo il caldo e la siccità quest’anno ci sono sicuramente anche le api. Tanto che la produzione di miele nella nostra provincia è stimata in calo di almeno il 30% rispetto ad una campagna produttiva normale. A settembre si tireranno le somme, ma già oggi è possibile fare stime e previsioni da parte di chi è sempre a stretto contatto con gli alveari. Si tenga conto che in situazioni normali un alveare produce fino a 20 kg di miele e la produzione italiana supera i 15 milioni di chili all’anno. Oggi con questa stagione così calda siamo molto lontani da questi livelli.
Il quadro
Già il 2021 era stato complicato e quest’anno si bissa con cali pesanti seppure la qualità del miele nostrano resta sempre di eccellenza per tutte le essenze di fioriture. Nella nostra provincia si contano circa 120 aziende professionali dedite all’apicoltura su un totale di circa 760 presenti in tutta la Lombardia. Secondo i dati di Confagricoltura Brescia nella nostra provincia il calo di produzione di miele già oggi si attesta intorno al 30%. Le alte temperature in alcune zone del nostro territorio hanno infatti seccato immediatamente i fiori provocando questa flessione: esempio emblematico quanto è successo per il miele di castagno, la cui produzione è di fatto azzerata, poiché i fiori si sono bruciati per il caldo.
Un altro aspetto sempre legato alle elevate temperature è la diminuzione delle covate delle api regine che sta provocando l’indebolimento delle famiglie di api, soprattutto in questo momento nei territori in pianura, e che causerà ulteriori effetti negativi nei prossimi mesi. «Diciamo che la fioritura ad inizio stagione faceva davvero ben sperare e si confidava, dopo il 2021, in una stagione prosperosa. Invece poi si è rivelata disastrosa - commenta Valentina Cella Apicoltrice Coldiretti di Cazzago San Martino - perché la siccità ha di fatto asciugato il fiore e la produzione è stata minima, il caldo non permetteva alle api di uscire il pomeriggio e quindi questo ha inciso in modo pesante».
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La qualità
Quello bresciano è un miele di qualità e ricco di differenziazioni grazie alle diverse possibilità offerte dalla natura: da quello di acacia, al millefiori od al castagno tanto per citarne alcuni. Per evitare di portare in tavola miele proveniente dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori professionisti od hobbisti che siano.
«Un’annata tuttavia non paragonabile a giugno 2021 quando tutto il settore era in profonda difficoltà - commenta Edoardo Mombelli apicoltore di Quinzano - ma che comunque registra cali anche quest’anno per una stagione complicata. Di fatto nella zona collinare le api hanno sofferto perché non ci sono state le fioriture a causa della siccità. Altro punto a sfavore è stato l’aumento dei costi a partire dal carburante fino all’aumento del vetro che per noi, come si può capire, è essenziale per poter vendere un prodotto di qualità. Tutti elementi negativi che hanno contribuito a metterci in forte difficoltà. Unica nota positiva - spiega Mombelli - è almeno la salute delle api che quest'anno non hanno subìto attacchi di malattie. Certo il caldo ne ha ridotto il numero e la produzione di miele, ma la qualità si conferma alta».La pace
Le api sostengono l’ambiente, la produzione di cibo e soprattutto la ricerca della pace. Può suonare anche così lo spostamento del congresso mondiale 2022 di Apimondia: era programmato in Russia ma la sede - a causa del conflitto con l’Ucraina - si svolgerà dal 24 al 28 agosto in Turchia. Come a seguire le ultimissime vicende dell’attualità. Non a caso il motto scelto è «Le api uniscono il mondo».
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