Economia

Anche l’Abi scende in campo: necessaria una proroga al 2023

Per Confindustria la misura in due anni può fare crescere il Pil dell’1%
Lo sconto in fattura può essere un vero volano - Photo by Gabriele Tirelli on Unsplash
Lo sconto in fattura può essere un vero volano - Photo by Gabriele Tirelli on Unsplash
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La richiesta al governo di dare respiro al Superbonus 110% e farlo durare almeno fino a fine 2023 è unanime. Nei giorni scorsi su questo tema sono intervenuti a più riprese l’Ance, l’associazione dei costruttori edili nazionale (e locale con Massimo Deldossi), Confindustria, le associazioni di artigiani con in testa i presidenti di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti e Bortolo Agliardi dell’Associazione Artigiani Brescia. Ma soprattutto cittadini e tante imprese e lavoratori del settore.

L’«ampliamento della finestra temporale di fruizione al 2023», unito alla semplificazione delle procedure di attivazione del Superbonus è stata chiesta al Governo anche dal direttore dell’Abi, Giovanni Sabatini. Secondo l’associazione bancaria italiana, «è frequente il blocco dei lavori a seguito di studi di fattibilità svolti dai professionisti per cause inerenti la non conformità edilizia».

Secondo l'Abi, la possibilità di «optare per il meccanismo dello sconto in fattura» ovvero di «beneficiare della detrazione fiscale» per tali interventi, con la possibile «trasformazione della stessa in credito d'imposta cedibile, rappresentano un vero volano». Ma l'efficacia del superbonus «rimane subordinata alla semplicità e alla velocità del processo necessario a certificare la legittimità dei crediti di imposta e a gestirne la cessione». Tra le proposte dell'Abi, sarebbe utile «rendere più strutturali tali agevolazioni fiscali, garantendone la certezza della fruizione per un arco temporale prolungato», estendere il Superbonus «all'intero patrimonio immobiliare» e «favorire la nascita di compratori di ultima istanza in grado di acquisire quei crediti che il suo beneficiario non riesce a compensare con i propri debiti fiscali».

Secondo le stime del Centro studi Confindustria l'agevolazione del Superbonus attiverà in due anni 18,5 miliardi di spese con un impatto positivo sul pil pari a circa l'1%. L’agevolazione, ha detto vicepresidente di confindustria per il credito, Emanuele Orsini «è in grado di rimettere in moto l'intera filiera delle costruzioni che, nelle fasi di crisi si è dimostrata essere il traino più importante per la ripresa dell'intera economia». «Già oggi - ha segnalato Orsini - la misura secondo il piano nazionale di ripresa e resilienza è in grado di alimentare investimenti per la ristrutturazione di oltre 100.000 edifici a regime, con un risparmio energetico atteso di circa 191 mila tonnellate equivalenti di petrolio all'anno». Dai dati di Confindustria sui primi interventi avviati, emerge che solo il 9,8% è rappresentato da condomini che però rappresentano quasi il 40% dell'importo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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