Economia

Allarme siccità, mais a rischio: nei campi sorgo, soia e erba medica

Crescono le preoccupazioni tra gli agricoltori: le risorse idriche dei laghi sono sotto il 50%
In una foto del 2022, un campo di mais messo alla prova dalla siccità
In una foto del 2022, un campo di mais messo alla prova dalla siccità
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Nelle campagne della provincia di Brescia, dopo un 2022 tra i più aridi degli ultimi trent’anni, cresce l’allarme per la prolungata siccità con le riserve idriche dei laghi inferiori di oltre il 50% rispetto alla media e con le previsioni meteo che non segnalano precipitazioni all’orizzonte.

Visto il periodo prolungato di siccità, gli agricoltori bresciani si stanno attrezzando per reagire alla crisi idrica, anche seminando colture e varietà con minor necessità di acqua.

Le alternative al mais

Ma in ogni caso, tutte le colture hanno sempre bisogno di acqua. Nel caso del mais, coltura imprescindibile per gli allevatori di bovini da latte e di suini (ricordiamo che la pianura bresciana è zona DOP per il Grana Padano e per il Prosciutto di Parma e San Daniele), oltre a seminare meno ettari (mediamente se ne sono sempre coltivati 30mila) si stanno sempre più utilizzando varietà precoci in maniera tale di anticipare l’epoca di raccolta risparmiando almeno uno/due turni di irrigazione. Stanno inoltre aumentando le superfici dedicate al sorgo (che ha un fabbisogno idrico dimezzato rispetto al mais) sia con finalità foraggere che per utilizzi energetici (biogas), e alla soia che oltre ad essere un’ottima fonte proteica ha una minore necessità di concimazioni oltre che di acqua rispetto al mais.

Invece nell’ambito delle foraggere, si sta assistendo a un ritorno in pompa magna della coltura della erba medica, conosciuta da noi come «spagna» che, grazie a un notevole apparato radicale (può raggiungere i 10 metri di profondità!) può sopportare prolungati periodi di siccità pur producendo un foraggio ricco di proteine, utile per l’alimentazione delle bovine da latte.

Doppia coltura

L’orzo, un tempo coltura secondaria, sta riprendendosi parte del paesaggio agricolo della bassa bresciana, avendo anch’esso un minor fabbisogno idrico e producendo un valido alimento per l’alimentazione dei suini; inoltre, sempre più spesso, si assiste alla rotazione nello stesso anno (la cosiddetta doppia coltura) tra orzo e soia o tra orzo e sorgo, in maniera tale da cercare di ottenere un raccolto non troppo dipendente dalla disponibilità idrica aziendale. Ma come detto, in ogni caso, tutte le colture hanno sempre bisogno di acqua.

Risorsa idrica

Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale della risorsa acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare. In altre parole il consumatore dovrebbe preoccuparsi perché se non c’è il mais la catena di produzione di carne, salumi e formaggi Dop, ovvero quelli a più alta qualità, si blocca ed i prodotti mancheranno sugli scaffali.

Per capire ancora meglio la situazione di crisi che potrebbe andare in contro la spesa di ogni giorno, a causa della mancanza d’acqua ad esempio si stima che verranno coltivati quasi 8mila ettari di riso in meno secondo le ultime previsioni di semina, con un impatto rilevante sulla produzione di un alimento in cui l’Italia è tra i maggiori consumatori e produttori europei. Non solo, secondo recenti stime a causa della siccità e dei cambiamenti climatici l'Italia ha perso il 37% della produzione di olio d'oliva con un impatto pesante sulla disponibilità di prodotto e sui bilanci delle aziende. Quindi l’allarme siccità tocca tutti. Oggi a pagarne di più le spese sono gli agricoltori che si stanno prodigando, come sempre rimboccandosi le maniche, a trovare soluzioni alternative e salvare le nuove semine.

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