Alla Cartapani adesso si «tosta» un caffé 4.0

Solo a Brescia si produce un caffè 4.0. Il merito di questa rivoluzione nel campo della torrefazione si deve alla Cartapani, azienda fondata nel 1951 dai fratelli Domenico e Mario e tra i principali attori provinciali del settore.
Per l’impresa il 2018 è veramente l’anno del cambiamento: di sede, di brand, di tecnologia, il punto di arrivo e insieme di partenza di un percorso ben saldo sui suoi oltre 65 anni di storia. «Quella che è avvenuta è per noi una mutazione radicale - spiega dalla nuova sede di via del Canneto a Borgosatollo Renato Cartapani, vicepresidente e figlio di Domenico (Diego e Gianbattista gli altri due figli) -. Tutto è nuovo a parte la nostra dedizione nel proporre un prodotto di alta qualità».
Grazie ad uno sforzo economico complessivo di 2,5 milioni di euro la società ha infatti trasferito sede e stabilimento in un sito di 4mila metri quadrati, «la storica azienda di via Duca degli Abruzzi verrà presto restituita alla città» annuncia Renato, nonché investito sul rebranding del marchio (curato dalla Raineri Design), e su un macchinario 4.0 (grazie anche alle agevolazioni previste dal Piano Calenda).
«La nuova tecnologia ci permette di seguire passo per passo tutto il processo produttivo, dallo stoccaggio alla tostatura fino al packaging, anch’esso completamente rinnovato - racconta Lorenzo Cartapani, figlio del fondatore Mario e responsabile della produzione -. Gli input vengono lanciati a livello centrale grazie ad un sistema gestionale interconnesso e tutti i dati sono sempre disponibili, così che si possa intervenire laddove necessario».
Il grande investimento sul futuro fa sì che la Cartapani, 18 dipendenti, 2.500 quintali di caffè tostato all’anno e 3,2 milioni di euro di fatturato nel 2017, possa guardare con forza verso nuovi obiettivi. Se i bar rappresentano infatti il business principale pesando per circa il 70% sui ricavi (700 clienti tra cui anche il nuovo Caffè Impero in piazza Vittoria), lo sguardo si sta spostando sempre più fuori dai confini provinciali.
«Parma, Verona e altre zone d’Italia sono attenzionate - conferma Paolo Cartapani, il secondo figlio di Mario e responsabile comunicazione e marketing -, ma le vere prospettive le vediamo all’estero, dove siamo già presenti soprattutto nei mercati dell’Asia». Anche il settore del consumo domestico rimane centrale, come confermato dal lancio di capsule compatibili con macchine Nespresso e dal prossimo arrivo, previsto per fine 2018, di un prodotto totalmente biologico.
«Tanto è cambiato da quando nel 1951 siamo nati con il nome di Costa Rica Caffè - afferma Renato -. La scelta della materia prima, acquistata direttamente da produttori brasiliani e centroamericani, e l’accurata tostatura sono però caratteristiche che ci caratterizzeranno sempre».
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