Al via la stagione delle semine con gli incubi rincari e meteo
A breve, ma qualcuno ha già cominciato, inizieranno le nuove semine nella campagna bresciana con incognite economiche e meteo che assomigliano ad incubi. Infatti, c’è da chiedersi a quali costi quest’anno gli agricoltori bresciani potranno seminare i campi e quanta acqua potranno usare per irrigare?
In tanti, amministratori locali e nazionali, in questi giorni spingono gli agricoltori a seminare i campi nei tempi più veloci possibili, magari anche le aiuole degli spartitraffico e i giardini, non solo la terra lasciata a riposo. Facile, no? Gli agricoltori non hanno bisogno di spinte per sapere di dover andare nei campi a seminare. Lo sanno da secoli e oggi che hanno finito le scorte di mais, soia e frumento chiedono interventi straordinari per contenere i costi di produzione. E bene hanno fatto le organizzazioni agricole a denunciare una situazione fuori controllo. Purtroppo la realtà è che tutti i fattori di produzione degli agricoltori sono praticamente raddoppiati e in alcuni casi addirittura triplicati.
Il quadro
Ne sono un esempio il gasolio agricolo che oggi costa 1,7 euro al litro; l’urea che supera i 107 euro. Questo significa che quest’anno per seminare gli oltre 75mila ettari bresciani a frumento, orzo, segale, mais, sorgo, triticale, avena, girasole, soia gli agricoltori dovranno investire il triplo dei soldi di una campagna normale. «Gli agricoltori, per le operazioni colturali in campo, - spiega Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia - sono costretti quest’anno ad affrontare rincari dei prezzi fino al 80% per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre, l’impennata del costo del gasolio e del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi che come per l’urea è addirittura triplicato».
La proposta di Confagricoltura
Da qui la proposta di Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia di «utilizzare per la concimazione dei terreni il digestato in sostituzione degli ammendanti chimici. Come già ribadito, in un periodo straordinario come questo servono misure straordinarie senza esitare da parte della autorità regionali, nazionali ed europee». Anche perché sembra che a fronte della guerra in Ucraina, storico granaio d’Europa, gli agricoltori bresciani sono chiamati a compiere il miracolo da soli, come se negli ultimi due anni di emergenza Covid non lo avessero già fatto: senza mai fermarsi a lavorare in stalla e in campagna.
Le previsioni
Così tra una decina di giorni, sperando in piogge che mancano da ormai due mesi, inizieranno le semine in tutta la provincia perché non si può fare altrimenti essendo le colture in campo, come il mais, funzionali alla alimentazione di bovini, suini, polli e ovicaprini. Tutta la zootecnia bresciana, che vale oltre un miliardo di euro, dipende almeno per un quinto dai raccolti di agosto delle colture che a breve verranno seminate. Dire che prezzo avranno, oggi è molto difficile fare previsioni ma si tenga conto che oggi il mais costa più di 420 euro la tonnellata rispetto ad un prezzo medio degli anni scorsi che era sempre stato al massimo di 200 euro. Speriamo che almeno cominci a piovere altrimenti seminare nei prossimi giorni diventerà, se non un incubo, un grosso problema.
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