Air Italy è stata messa in liquidazione
L'annuncio è arrivato nel primo pomeriggio, dopo un vorticoso rincorrersi di voci allarmistiche: Air Italy, la seconda compagnia italiana dopo Alitalia, è stata messa in liquidazione.
Tutti gli aerei a terra: da ieri non vola più. Addio alla storica base di Olbia e a quella di Milano Malpensa, scelta strategica per lo sviluppo, nei piani ambiziosi della società, dei collegamenti internazionali. In tutto circa 1.200 dipendenti, di cui 550 in Sardegna, che ora sono appesi a un filo. Il Governo, con la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, ha tentato di bloccare ogni decisioni quando, già in mattinata, l'ipotesi della liquidazione si era fatta concreta. Ma i soci, riuniti in assemblea in videoconferenza tra Milano e Doha, hanno tirato dritto. Di fronte a una perdita stimata di 230 milioni di euro nel 2019 - il 70% del fatturato atteso intorno ai 330 milioni - gli azionisti, Alisarda con il 51% e Qatar Airways attraverso AQA Holding con il 49%, hanno deciso all'unanimità di mollare.
La strada scelta è quella della liquidazione in bonis, un percorso che prevede il pagamento di tutti i dipendenti e dei creditori. Già nominati i due liquidatori: sono il professor Enrico Laghi e il dottor Franco Lagro. Saranno loro a far fronte a tutte le passività maturate, comprese quelle nei confronti dei dipendenti. La ministra De Micheli ha già convocato i due liquidatori per oggi a Roma, negli uffici di Porta Pia. Ci saranno anche la sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde, e il presidente dell'Enac, Nicola Zaccheo. Governo in campo, dunque.
«La decisione della compagnia di liquidare la società è gravissima - dichiara la titolare dei Trasporti - e comporta ripercussioni sui viaggiatori e sul traffico aereo nel nostro Paese. Il ministero adotterà tutte le misure possibili per garantire i diritti dei passeggeri e i collegamenti fino ad oggi coperti dalla compagnia».
Si muove anche la Regione: il governatore Solinas ha chiesto un incontro urgente al Mit e Mise e assicura che seguirà «con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda». Sul fronte voli, la società annuncia che saranno assicurati quelli sino al 25 febbraio negli stessi orari e nei giorni previsti, ma con altri vettori, mentre i passeggeri che hanno prenotato collegamenti in partenza in date successive al 25 febbraio saranno riprotetti o rimborsati integralmente. Compare tutto sul sito della compagnia, che ha messo in chiaro solo questa comunicazione: tutto il resto non esiste più. Air Italy si è inoltre impegnata a continuare a svolgere i collegamenti in continuità territoriale con la Sardegna fino al 16 aprile prossimo, data della conclusione del regime attualmente vigente.
Di fatto, la compagnia ha smesso di volare in continuità dal 3 febbraio scorso, quando è scattata la chiusura per 40 giorni dell'aeroporto di Olbia per i lavori di ampliamento della pista. Si apre adesso una fase complicata per tutti i dipendenti, ai quali il presidente della società, Roberto Spada, ha indirizzato una lettera in cui parla di «scelta difficile ma necessaria». «Il Governo - incalzano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - trovi una soluzione immediata per i lavoratori di Air Italy per i quali non abbiamo certezza degli ammortizzatori, in quanto il fondo del trasporto aereo non è stato rifinanziato». All'attacco anche l'Anpav, il sindacato degli assistenti di volo: «questa crisi - denuncia la sigla - è soprattutto frutto di ripetute scelte manageriali errate».
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