Agricoltura biologica, a Brescia il primato regionale con 2.300 ettari

Valerio Pozzi
In tutta Italia gli operatori sono 94.441 (di cui 500 nella nostra provincia). I prodotti principali sono cereali e colture foraggere
La coltivazione del biologico è in crescita, anche a Brescia
La coltivazione del biologico è in crescita, anche a Brescia
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Un 2023 positivo per il settore del biologico; nel primo anno di applicazione della nuova Pac ha infatti visto crescere in Italia le superfici investite a biologico e il numero di operatori coinvolti confermando la leadership di maggior produttore di biologico dell’Unione europea. Sono questi, in stretta sintesi, i dati del rapporto Bio curato da Ismea, che indicano un incremento del 4,5% della superficie agricola utilizzata (Sau) a biologico sul 2022, mentre il numero di operatori (produttori, trasformatori, importatori) cresce dell’1,8%, un ritmo molto più blando rispetto al +7,7% dell’anno precedente.

Il bilancio del 2023 restituisce comunque un quadro positivo per l’agricoltura biologica italiana, che con 2,5 milioni di ettari, pari a quasi il 20% della Sau nazionale, riduce ulteriormente la distanza dal target del 25% fissato, entro il 2030, dalla Strategia Farm to Fork alla quale sono particolarmente interessati anche i produttori bresciani visto che, secondo le ultime cifre disponibili, è Brescia a guidare la classifica della Lombardia, con oltre 2.300 ettari, seguita da Pavia con quasi 1.500 ettari.

Il quadro regionale

Verdura appena raccolta - © www.giornaledibrescia.it
Verdura appena raccolta - © www.giornaledibrescia.it

Tra le principali produzioni regionali si annoverano i cereali con più di 25.000 ettari, poi le colture foraggere con quasi 13.000 ettari e la vite, mentre il numero degli operatori sale a circa 3.300, con un incremento del 3% in un anno di cui circa 500 presenti nella nostra provincia. Nel dettaglio, il rapporto di Ismea evidenzia una Sau biologica prevalentemente orientata a seminativi (42,1%), davanti a prati e pascoli (29,7%), colture permanenti (22,8%) e ortaggi (2,5%). La crescita delle superfici ha riguardato soprattutto prati e pascoli e colture industriali e foraggere, mentre hanno perso ettari le proteiche e le produzioni cerealicole.

Crescono, seppure a un ritmo più attenuato, le ortive, in un’annata che ha invece confermato la superficie bio complessiva delle coltivazioni permanenti, nonostante le riduzioni di viti, agrumi e frutta fresca, compensate dagli incrementi di ulivi e frutta in guscio.

La panoramica in Italia

L’incremento della Sau ha riguardato principalmente le regioni centrali e settentrionali. Il Mezzogiorno mantiene tuttora l’incidenza più elevata, con il 58%, ma si sta assistendo a un graduale riequilibrio della distribuzione geografica delle superfici, con la ripartizione del Centro-Nord che ha quasi raddoppiato in 10 anni gli investimenti nel bio.

Oltre alle superfici, sono aumentati gli operatori, che hanno raggiunto il numero complessivo di 94.441 unità, 1.642 in più rispetto al 2022. Il fenomeno ha riguardato soprattutto le circa 84mila aziende agricole (l’89% del totale degli operatori biologici) e, tra queste, in particolare la componente dei produttori, a conferma della tendenza a introdurre in azienda l’attività di prima trasformazione per trattenere una quota maggiore di valore aggiunto.

In cassa

Infine, i consumi domestici di prodotti biologici, relativi al solo canale della Gdo, hanno toccato i 3,8 miliardi di euro, registrando un incremento del 5,2% sul 2022 (si tratta del tasso di crescita più sostenuto degli ultimi anni), seppure a fronte di volumi invariati.

Il confronto con la dinamica generale degli acquisti di prodotti alimentari, cresciuti dell’8,1% in valore ma scesi dell’1,1% in quantità, evidenzia la minore spinta inflattiva del reparto biologico rispetto alla dinamica osservata per il carrello convenzionale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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