Adro, Adolfo Urso sui dazi: «L’Ue attivi le misure di salvaguardia»

«Oggi lavoriamo per la de-escalation, per un negoziato per ridurre i dazi con una visione strategica che ci consenta di proporre prima possibile un’area di libero scambio atlantica che consentirebbe di riunire l’Europa e le Americhe in un unico progetto di crescita mondiale. Per questo penso sia importante la missione di Meloni quale facilitatrice del negoziato che deve fare solo la Commissione europea». Il ministro delle Imprese Adolfo Urso, in visita allo stabilimento di Adro della Streparava, ripete quella parola d’ordine già lanciata da Meloni: «de-escalation», ovvero negoziare, «fino a riproporre il sogno occidentale, un’area di libero scambio euro-atlantica, un’area zero dazi e se possibile in Europa, anche di zero burocrazia».
Geopolitica e attualità
Non poteva che vertere sull’incerto scenario geopolitico e sull’attualità internazionale l’incontro organizzato da Federmacchine nel Bresciano, dazi e rapporti con gli Stati Uniti in testa. «Con misure di ritorsione l'una sull'altra allora sì che sprofondiamo nella depressione», ha ammonito Urso, che ha poi annunciato che «il governo italiano chiederà alla Commissione Europea di attivare “misure di salvaguardia” per evitare l’invasione» di prodotti cinesi che non troveranno più sbocco sul mercato Usa per via dei dazi.
«Quella sovrapproduzione arriverà come un’invasione, come maremoto provocato da un sisma, spazzando via la nostra impresa. Per questo proporremo alla commissione Ue che attivi subito le misure di salvaguardia allo scopo di scongiurare un’invasione anomala di prodotti». Misure che per il reggente del dicastero «sono previste dalle norme internazionali del Wto nel caso di invasione anomala di prodotti. L’Europa non deve restare ferma».
Effetto-dazi
Anche perché a lanciare l’allarme sugli effetti dei dazi annunciati da Donald Trump è il presidente di Federmacchine, Bruno Bettelli: «Chiediamo al governo un dialogo serio con gli Usa per fare chiarezza su una situazione che sta provocando una situazione di stallo per il tutto comparto. L’incertezza è il peggior nemico per chi compra beni strumentali che costano milioni di euro: non investe perché non sa che cosa succede».
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