Addio ai voucher in agricoltura: arriva il contratto di 45 giorni
L’arrivo del nuovo anno porta novità per il lavoro in agricoltura. La finanziaria varata dal governo chiude il periodo del contratto di avventiziato (una forma di voucher) e introduce il nuovo «lavoro occasionale a tempo determinato» di 45 giorni. La misura è sperimentale e vale per il biennio 2023-2024.
A Brescia riguarderà circa 8.000 dei 13.000 addetti all’agricoltura. Consente di ricorrere a prestazioni occasionali da parte delle imprese per un massimo di 45 giorni lavorativi per ciascun lavoratore, sfruttabili entro 12 mesi dall’avvio del contratto.
A chi è destinato
Ad eccezione dei pensionati, i fruitori della misura non devono aver avuto un rapporto ordinario di lavoro subordinato in agricoltura negli ultimi tre anni. Il contratto non è accessibile a tutti.
Oltre ai pensionati può essere fatto a disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali o reddito di cittadinanza, studenti con meno di 25 anni, e detenuti o internati ammessi al lavoro esterno alle strutture di reclusione. Prima dell’inizio del rapporto di lavoro il datore deve acquisire un’autocertificazione dal lavoratore sulla sua condizione soggettiva. Le imprese agricole che ricorrono al nuovo contratto sono obbligate a comunicarlo al centro per l’impiego di riferimento.
Gli obiettivi
In ottica di semplificazione, considerando che in agricoltura lo strumento sarà utilizzato soprattutto per la raccolta di frutta e verdura, tra cui la vendemmia, e quindi per periodi circoscritti dell’anno, il governo starebbe studiando l’ipotesi di predisporre un’unica busta paga per la prestazione lavorativa di 45 giorni.
Critici i sindacati
E proprio questo provvedimento è tra quelli che non piacciono ai sindacati bresciani Flai Cgil e Fai Cisl. Per il segretario Cgil, Enrico Nozza Bielli, «prevedere buste paga mese per mese come con il contratto di avventiziato in vigore fino a fine 2022 dava la possibilità di controllare l’esatto pagamento del numero di ore lavorate, mentre un’unica busta paga a fine periodo rende quasi impossibile controllare se il pagamento è effettuato su tutte le ore».
Le osservazioni critiche sindacali però riguardano anche altri passaggi, a partire dal tetto dei 45 giorni. Se infatti per Nozza Bielli «arrivare a 45 giorni significa creare non uno strumento per prestazioni occasionali ma un vero e proprio contratto stagionale, e quindi sfruttare ancora di più il lavoro», per la segretaria Fai Cisl Rossella Gazzaretti «a questo punto fissare il tetto a 45 giorni diventa un beffa».
Le posizioni
Perchè? «In agricoltura con 51 giornate lavorative si maturano il diritto alla malattia, la tutela sugli infortuni, tredicesima, quattordicesima, le ferie (che si monetizzano), la disoccupazione e i contributi pensionistici – precisa Gazzaretti -. Raggiungere quota 51 o rimanere sotto fa la differenza tra un contratto che tutela e uno che sfrutta”. “A questo - per i due sindacalisti - va aggiunto che a poterne fruire non saranno più solo le imprese fino a cinque dipendenti ma fino a dieci».
Di diverso avviso Michele Saleri, segretario generale della Uila Brescia e Cremona, soddisfatto di un provvedimento che evita l’estensione dei voucher a un milione di lavoratori e migliora il lavoro occasionale. La sperimentazione riguarda persone non iscritte negli elenchi anagrafici agricoli e quindi è destinata a incrementare l’occupazione nel settore senza ridurre le tutele a chi è già occupato. In più garantisce certezze per la retribuzione, erogata per 6 ore e mezza di lavoro giornaliero, e tutele assistenziali, previdenziali e di welfare tipiche dei contratti a tempo determinato».
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