A2A, sull’energia l’Europa si muove

Le ultime indiscrezioni sull’introduzione di un tetto all’insostenibile prezzo dell’energia elettrica in Europa hanno portato sollievo in Borsa anche ad A2A, scesa nel corso della mattinata ai minimi delle ultime 52 settimane a 1,053 euro, a metà pomeriggio il titolo della società controllata dai comuni di Brescia e Milano, guadagna l’1% a 1,09 euro.
Il Financial Times ha scritto che la Commissione Europa intende raccomandare ai paesi membri l’introduzione di un limite al prezzo dell’energia elettrica prodotta con combustibili diversi dal gas, il tetto è posto a 200 euro al MWh. La proposta, che dovrebbe riguardare centrali idroelettriche, eoliche, fotovoltaiche, nucleari ed a carbone, sarà discussa venerdì nel corso della riunione straordinaria dei ministri dell’Energia.La Commissione calcola che 200 euro al MWh sia più o meno il livello giusto, quello che «ci si potrebbe aspettare se le catene di approvvigionamento globali funzionassero normalmente e non fossero soggette alle interruzioni della fornitura di gas», si legge nel documento. Bruxelles afferma che l’energia è oggi trattata come un’arma.
Volontà di intervento
Sul mercato europeo dell’energia elettrica all’ingrosso, il future di riferimento per la Germania scende per il secondo giorno a 530 euro MWh, circa la metà dei massimi toccati a fine agosto, ma comunque più del doppio della media dell’ultimo anno. L’energia elettrica è salita di prezzo perché è agganciata al gas, qualunque sia il combustibile impiegato. La Commissione interviene per rompere l’accoppiamento, senza scoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili.
In attesa dell’esito della riunione di venerdì, i segnali di una volontà di intervento da parte delle istituzioni comunitarie, hanno ridato subito vigore alle utility, penalizzate negli ultimi mesi dagli straordinari livelli di volatilità dei mercati dell’energia. A2A perde il 35% da inizio anno, ma anche le altre italiane quotate registrano ribassi importanti, Hera -34%, Enel -32%. Iren, oggi ai minimi delle ultime 52 settimane, perde da inizio anno il 44%.
«Le valutazioni delle utility italiane sembrano scontare un 2023 difficile», scriveva ieri in un report KeplerCheuvrux. Il broker ha tagliato il giudizio di Hera, che avendo un quarto del margine lordo legato al gas, rischia di essere penalizzata di più, in caso di azzeramento delle forniture del gas dalla Russia. Giudizio Buy confermato su A2A, secondo quanto riporta Bloomberg, target price a 1,50 euro. Gli analisti che seguono A2A hanno come target price medio, 1,80 euro.
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Contesto complicato
Il contesto per le società europee esposte a gas ed energia resta complicato. Nel report di stamattina di MPS Capital Service si segnala che ieri il produttore di gas norvegese Equinor, ha mandato un avvertimento: «sul trading sui derivati del gas sarebbero in corso ingenti margin call (stimati in almeno 1500 miliardi di dollari di controvalore) con le società elettriche alla ricerca disperata di liquidità»
Sul tema ha preso posizione anche S&P Global Ratings. Nel report di stamattina il responsabile dell’area Sud Europa, Emmanuel Dubois-Pelerin spiega che lo stop di Gazprom vale solo il 2% dei flussi di agosto, ma «le riduzioni marginali pesano esponenzialmente sul prezzo di mercato». In aggiunta, c’è «una bassa disponibilità idroelettrica nell'Europa meridionale, la scarsa produzione nucleare francese, il lento aumento della generazione a carbone e la ritrosia, sia livello residenziale che industriale nella moderazione dei consumi». L’inverno sarà un altro periodo difficile, dopo un’estate infuocata, “Tuttavia, i governi europei sembrano sempre più disposti a sostenere la liquidità nelle borse dell'energia e delle utility nazionali”.
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