A2A resterà in Montenegro altri cinque anni
A2A resta in Montenegro altri cinque anni. La multiutility bresciano-milanese guidata dal presidente Giovanni Valotti ha esteso gli accordi con il governo di Podgorica riguardo alla propria presenza in Epcg (la società per la produzione di energia elettrica partecipata al 41,7% da A2A e per la restante quota dallo Stato montenegrino).
Dopo una lunga trattativa (il contratto originario del 2009 era giunto a scadenza naturale a fine 2014) le parti hanno ora concordato - come recita una nota ufficiale di via Lamarmora - «un term sheet con alcuni principi fondamentali condivisi che guideranno la stesura nei prossimi due mesi dei nuovi accordi pluriennali per la gestione della società energetica montenegrina».
La conferma dell’accordo arriva anche dai Balcani: il ministro montenegrino all’Economia Vladimir Kavaric ha spiegato che in base al nuovo contratto A2A potrà attivare un’opzione (non prevista dal contratto originario) di uscita anticipata da Epcg «in caso di input dal mercato esterno, disastri ambientali o siccità che possano impattare sul piano industriale». Le agenzie di stampa indicano in 250 milioni la quota che in questo scenario il governo montenegrino sarà chiamato a versare in sette rate annuali.
La società balcanica ha una capacità produttiva complessiva di 868MW, il 76% proveniente da fonti idroelettriche (gli impianti di Perucica e Piva) e il restante 24% da termoelettrico (la centrale di Pljevlja).
Proprio il futuro della centrale di Pljevlja è stato uno dei nodi attorno a cui si è sviluppato il confronto fra le parti. L’impianto termoelettrico è alimentato a carbone (una scelta economicamente giustificata dalla presenza di una vicina miniera in attività in grado di fornire la materia prima) e al momento è attiva una sola linea mentre i recenti investimenti hanno completato la dotazione di filtri e impianti di mitigazione ambientale per due linee.
In agenda, quindi, il tema di un raddoppio dell’impianto. Secondo quanto riportato ieri dall’agenzia Reuters, il ministro Vladimir Kavaric ha sottolineato che «il contratto che dovrebbe essere firmato entri fine anno sancirà che il governo del Montenegro possa coordinare da solo, in virtù della maggioranza azionaria detenuta, il nuovo impianto di Pljevlja». Ieri intanto in Borsa il titolo di A2A ha chiuso con un rialzo del 2,43% fissando quota 1,22 euro per azione (il punto più alto fatto registrare da un anno a questa parte, arco di tempo nel quale è cresciuto del 64%).
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