Economia

A Davos botta e risposta sui tassi: «Niente panico»

Al Forum economico mondiale nuove divisioni su come fermare l'inflazione, la presidente della Bce punta ad un approccio graduale
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I prezzi energetici alle stelle travolgono Davos, diventano il tema dominante assieme all’Ucraina, mettono a nudo nuove divisioni nel Consiglio della Bce su come frenare l’inflazione, spingono l’Unione europea a cercare una soluzione che potrebbe, alla fine, assomigliare al prelievo italiano sugli extra-profitti dei Big dell’energia.

Christine Lagarde, la presidente che da dicembre sta portando avanti un piano di normalizzazione della politica monetaria di fronte allinflazione arrivata al 7,5%, ha un piano. Mettere fine agli acquisti di bond a inizio luglio, alzare i tassi di un quarto di punto subito dopo, alla riunione del 21. E magari di nuovo a settembre, portando così il tasso sui depositi a zero dall’attuale record negativo di -0,50%.

C’è il consenso di buona parte dei membri del consiglio Bce. Ma i «falchi» non ci stanno ad escludere un aumento da mezzo punto: la Fed lo ha già fatto, e promette altrettanto a giugno e luglio. Lagarde vuole un approccio graduale, per non ferire ulteriormente la crescita e non far impennare lo spread. Ma c’è un problema: il dollaro, con questo differenziale crescente di tassi, si rafforza. E un euro che si svaluta fa importare altra inflazione.

Di fronte al malcontento dei falchi per la sua prudenza, la presidente della Bce dal Forum economico mondiale a Davos ha dato un segnale: la Bce «deve muoversi nella giusta direzione, naturalmente. Ma non dobbiamo essere precipitosi o farci prendere dal panico». Parole tese a evitare fratture, rafforzate dal «collega» francese Francois Villeroy de Galhau, «non c’è consenso su un rialzo dei tassi da mezzo punto». Ma alcuni governatori insistono. Un rialzo da mezzo punto «è certamente una cosa che potremmo discutere», dice il lettone Martins Kazacs. Puntano i piedi anche l’olandese Klaas Knot e l’austriaco Robert Holzmann.

In un’altra stanza del Forum a Davos, il vicepresidente della Commissione Ue con delega al green deal Frans Timmermans dice che le società energetiche, «incassano utili incredibilmente alti mentre i cittadini soffrono perché non sanno come pagare le bollette», dovrebbero condividere i costi dei rincari dell’energia. Una strategia che ricalcherebbe il prelievo sugli extra-profitti del Governo Draghi.

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