A Brescia 6 mila domande per i prestiti garantiti dallo Stato
Una valanga di domande: quasi seimila in tre giorni. È tanta anche nel Bresciano la fame di liquidità di piccoli commercianti, artigiani, imprenditori e professionisti. Lo confermano le richieste giunte, a partire da lunedì, alle banche per ottenere prestiti fino 25mila euro, durata sei anni, garantiti al 100% dallo Stato e a tassi convenienti (comunque sempre al di sotto del 2% massimo). Accanto ai «mini-prestiti» in questi giorni stanno progressivamente decollando le altre misure previste dal fondo di garanzia del Governo che prevedono una copertura fino all’80% o il 90% con finanziamenti che possono arrivare anche fino a 5 milioni di euro, a seconda delle dimensioni dell’impresa.
La maggior parte delle richieste riguarda i prestiti fino a 25mila euro garantiti dallo Stato, ma è necessario fare una precisazione. Non sono prestiti automatici, né sono 25mila euro per tutti: la normativa parla infatti di un finanziamento pari al 25% del fatturato/dichiarazione fiscale dell’ultimo anno, con un massimo di 25mila euro. Quindi se una partita Iva nel 2019 ha dichiarato 40.000 euro di fatturato, il prestito massimo che potrà ottenere è di 10.000 euro. La banca - ci spiegano - per ottenere la garanzia deve comunque consultare la Centrale Rischi; e per accedere al finanziamento garantito bisogna comunque essere regolari pagatori (almeno prima dell’emergenza). La misura non è studiata per sistemare pendenze pregresse, ma per aiutare chi è stato danneggiato dal Covid.
Sono oltre 1.700 le richieste giunte a Ubi Banca, primo istituto per numero di filiali in provincia di Brescia.«Si tratta di piccoli esercenti, micro imprese, artigiani che in questa terribile emergenza si sono trovati in una improvvisa crisi di liquidità - spiega il direttore della Mat Brescia Nord Est, Marco Franco Nava -. Il gruppo non ha aspettato il decreto per agire, mi piace rivendicare l’impegno di Ubi fin dall’inizio della crisi. Abbiamo stipulato due importanti accordi: con Confcommercio, dedicato in particolar modo alle imprese turistico alberghiere, e con Confartigianato e Associazione Artigiani. Al 31 marzo a Brescia sono stati erogati a vario titolo prestiti per 110 milioni, 30 milioni riconducibili all’emergenza Covid». Poi naturalmente c’è il piano «Rilancio Italia» di Ubi. «Sul territorio bresciano l’impegno è stato importante - chiosa Nava - abbiamo ricevuto 11mila richieste di moratoria: di cui 5.000 da privati e 6.000 dalle aziende».
Banca Valsabbina, primo istituto di credito popolare bresciano, è pienamente operativa sull’emergenza Covid. «Siamo al lavoro da venerdì, quando abbiamo dato il via libera alle prime 32 pratiche - precisa il direttore business, Paolo Gesa -. Ce ne sono altre 300 in istruttoria, mentre sono un migliaio le richieste di informazioni o quelle per cui si attende la documentazione». «Banca Valsabbina non ha mai smesso di sostenere il territorio: nei primi tre mesi dell’anno abbiamo erogato prestiti per 50 milioni; abbiamo raccolto 2.000 nuove richieste di pmi a valere sul fondo garanzia; infine le moratorie, smaltite in tempi record, superano le 2.600».
Intesa Sanpaolo ha già provveduto ad erogare i primi finanziamenti: 25mila le richieste arrivate in Lombardia: «Un segnale di fiducia per ripartire - dichiara Tito Nocentini, direttore regionale Intesa -. Abbiamo predisposto sul sito uno schema semplice e veloce per inviare la richiesta, che ci consente di erogare in tempi brevi». Anche il credito cooperativo è in campo per garantire liquidità: «Siamo pienamente operativi da lunedì - dichiara il vicedirettore di Bcc di Brescia Gabriele Consolati -. Moltissime richieste di informazioni: ad oggi la banca ha gestito di 400 richieste di prestito da 25mila euro». Infine sono 110 le richieste di prestito evase dalla Rurale di Borgo San Giacomo - spiega il presidente Sergio Bonfiglio -. Mentre più di 300 sono in attesa di essere processate. «Il tasso? Lo 0,75% per i clienti soci; l’1% per i non soci; e nessuna spesa di istruttoria».
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