500 Pmi bresciane oltre il Covid, con ambizione di essere grandi
Sono piccole, solide, ambiziose e sono cresciute nonostante le avversità generate dell’emergenza sanitaria. Per il quinto anno consecutivo, il Giornale di Brescia in collaborazione con l’Università degli studi cittadina ha analizzato il trend di un buon numero di piccole e medie imprese della nostra provincia, rilevando le 500 Pmi che presentano tassi di sviluppo notevoli e un potenziale ancora inespresso. I numeri e i dettagli di questa preziosa ricerca sono raccolti nell’inserto che sarà in edicola domani con il nostro quotidiano e contestualmente saranno disponibili online sul portale bilanci.giornaledibrescia.it. Su questo portale, lo ricordiamo, sono consultabili in modo interattivo anche i bilanci delle prime mille imprese bresciane per fatturato, con l'analisi di UniBs e l'approfondimento di 9 settori produttivi, e per accedere è necessario iscriversi e abbonarsi per sbloccare i contenuti premium.
«Leggere i tassi di crescita delle piccole imprese bresciane - scrive il professor Claudio Teodori, commentando i risultati della sua ricerca -, nel triennio che si chiude con l’anno peggiore della pandemia, porta a essere fiduciosi sul futuro: malgrado le difficoltà nelle quali tali realtà operano e la non sempre adeguata attenzione che ricevono dal mondo politico nonostante la loro rilevanza economica complessiva, questi dati fanno intravvedere grandi opportunità in questa fase di potenziale cambio strutturale del Paese».
Il quadro
In effetti le cinquecento imprese bresciane riportate nell’inserto hanno prodotto un fatturato di 2,1 miliardi, con un tasso di crescita mediao annuo cumulato (Cagr) del 22,1%. «Questo valore assume ancor più significato considerate le difficoltà incontrate proprio nel 2020» aggiunge il docente bresciano. Va peraltro evidenziato che in testa alla classifica troviamo venti Pmi bresciane che vantano un Cagr, quindi una crescita media annua cumulata, di almeno cento punti percentuali e superando, in alcuni casi, addirittura il 300%.
Tutte le imprese esaminate presentano un fatturato 2020 compreso tra 2 e 10 milioni. Le Pmi sono state selezionate dal gruppo di lavoro del prof Teodori attraverso una banca dati specializzata, utilizzando appunto come criterio la crescita media annua del fatturato (Cagr) nel triennio 2018-2020. Inoltre, le entità selezionate hanno dovuto rispettare alcune condizioni: differenza tra valore e costi della produzione positivo (A-B nel conto economico pubblicato); assenza di perdite nette e patrimonio netto positivo e costo del lavoro maggiore di zero.«Nel 2021 si attendono risultati migliori, visto il rilancio economico dell’economia a livello nazionale, anche se nell’ultima parte dell’anno si sono addensate nel cielo alcune nubi (ad esempio, i costi delle materie prime e dell’energia), il cui impatto si è esteso anche nel 2022, richiedendo un deciso, seppur insufficiente, intervento del Governo», chiude Teodori. L’auspicio è che le ambizioni e i progetti di questi «piccole» aziende bresciane si possano ancora realizzare.
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