Le 1000 Pmi che «fanno grande Brescia», giovedì la presentazione

Le chiamano «piccole» e, in effetti, se prese singolarmente, nessuna di loro supera i 14,5 milioni di fatturato. Tutte insieme, però, nel 2023 hanno generato un monte vendite pari a 8,66 miliardi di euro, in costante crescita da almeno cinque anni. Per di più, nello stesso esercizio hanno prodotto complessivamente utili per 609 milioni, con un’incidenza sui ricavi di oltre 7 punti percentuali.

Sono «Le piccole che fanno grande Brescia» e sono anche le protagoniste della nona edizione dell’analisi realizzata dall’Università degli Studi di Brescia in collaborazione con il Giornale di Brescia, che verrà presentata giovedì 27 marzo alle 18, nella sala Faissola di Intesa Sanpaolo, in città (in diretta streaming sul sito del GdB).

«L’analisi delle piccole e medie imprese fornisce informazioni fondamentali per comprendere l’andamento dell’economia bresciana, in quanto rappresentano il cuore pulsante del tessuto produttivo locale» riconosce il prof. Claudio Teodori, a capo del gruppo di lavoro che ha esaminato i conti dell’ultimo quinquennio delle Pmi bresciane. «È importante che queste imprese continuino crescere – continua il docente bresciano –. La capacità di produrre redditi e flussi finanziari adeguati, unitamente a quella di reperire risorse esterne, mettono queste realtà nella possibilità di svilupparsi in modo adeguato, tenendo conto che la maggiore dimensione sarà sempre più rilevante nell’affrontare le sfide future».

Il punto

Qui riportiamo i nomi e le performance delle Pmi che dal 2019 al 2023 hanno registrato un’incidenza dell’utile netto sui ricavi di almeno quindici punti percentuali.

Un rapporto che sintetizza al meglio il potenziale di imprese e che per fare il «salto di qualità», secondo il prof. Claudio Teodori: «In molti casi è necessario pensare a modalità alternative (ma non necessariamente sostitutive) al credito bancario, come il ricorso al private equity o al venture capital. Siamo in un momento storico – puntualizza – in cui sono disponibili molte risorse da destinare a nuovi investimenti: diverse imprese di maggiori dimensioni stanno attuando politiche di crescita esterna, dove alcuni target di riferimento sono proprio le PMI più vivaci, come molte di quelle qui esaminate. Tuttavia, è anche importante pensare al tessuto industriale del Paese, che rischia di depauperarsi se alcune realtà di prestigio passano in mani straniere in via definitiva: molte volte questa diviene una soluzione quasi inevitabile, ad esempio quando non si gestisce per tempo e in modo programmato il passaggio generazionale».

Gli ospiti della serata

Parole a cui fanno eco quelle di Paola Lecci, direttrice regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo, da sempre partner del Giornale di Brescia per quest’iniziativa: «L’analisi condotta dall’Università degli Studi di Brescia ci restituisce una fotografia da cui emerge un tessuto produttivo solido con una buona capacità di inserirsi in nuovi mercati grazie alla presenza di distretti importanti e la concentrazione di tante piccole e medie imprese ricche di know-how e competenze».

Oltre a quello di Lecci, giovedì sono previsti anche gli interventi del prof. Carlo Salvato, ordinario di Management all’Università Bocconi, dove insegna Strategia delle aziende familiari, e di Donato Romano, al vertice del family office Koinè Finance e già a.d. del gruppo La Piadineria. Durante la serata sono quindi previsti anche gli interventi degli editorialisti del GdB, i professori Mario Del Pero (Sciences Po di Parigi), Antonio Fiori (Università di Bologna) ed Enrico Marelli (Università di Brescia).