Terza volta del Carli al Da Vinci 4.0, tra tecnologia e sguardo internazionale
Partire dalla propria storia ma guardare all’estero e alle nuove tecnologie con favore. Ecco perché il liceo internazionale Guido Carli di Brescia è il luogo ideale per portare il progetto Da Vinci 4.0. Parola di Massimo Temporelli, fondatore di The FabLab e divulgatore scientifico, che prosegue il suo tour nelle scuole (ben dodici) che partecipano a questa quarta edizione della nostra iniziativa (il racconto della mattinata nello speciale in onda stasera alle 20.15 su Teletutto). Il liceo Carli torna in gara per la terza volta, dopo la menzione speciale ottenuta lo scorso anno grazie a «Lucy», la scimmietta di peluche in grado di monitorare la salute di un bambino (o di un anziano) attraverso dei sensori collegati digitalmente a un’applicazione. Un progetto che il team ha poi portato ai Mondiali di robotica a Dortmund, in Germania.
La sfida
«Il Da Vinci 4.0 è sempre uno stimolo per i nostri studenti - assicura il preside Andrea Bernesco Làvore -. Quest’anno partecipano dei ragazzi molto giovani, una classe seconda del liceo delle scienze applicate che, insieme al liceo scientifico quadriennale e al liceo delle scienze umane con opzione socioeconomica, completa l’offerta formativa del nostro istituto». Il punto di vista. Sono sedici i ragazzi del team Carli 4.0 che si cimenteranno nell’hackathon 2023.
«Questo progetto - commenta la studentessa Camilla Bozza - è un’opportunità che non tutti hanno e per me è davvero un onore partecipare. Noi giovani abbiamo tante idee e molta più immaginazione da mettere al servizio degli altri». «Ho deciso di partecipare - aggiunge il suo compagno Gabriele Cominotti - perché mi sembra un’esperienza molto interessante che può contribuire a unirci come classe, facendoci lavorare in gruppo». Anche l’aspetto pratico interessa molto gli studenti del Carli: «Mi piace l’idea di fare un progetto non solo teorico - chiarisce Tommaso Barbieri -. Mi appassiona scoprire nuove cose in campo tecnologico, perché saranno il nostro futuro».
Hi-tech e ambiente
«Le tecnologie, i ragazzi, le conoscono molto bene - assicura la loro professoressa Nicole Sarno, insegnante di Scienze naturali -, ma ne fanno un uso prettamente ricreativo. Grazie al Da Vinci possiamo utilizzarle con uno scopo comunicativo ed etico per migliorare la vita e il benessere dell'uomo». Piccolo spoiler sul progetto del Carli: «Il tema dell’acqua - rivela la docente - lo abbiamo approcciato pensando al suo riutilizzo».
È questo, del resto, uno dei molteplici aspetti di un tema «perfetto per far sbizzarrire i ragazzi anche quest’anno», come spiega Matteo Villa, learning specialist di The FabLab. «L’acqua fa parte delle nostre vite, la beviamo, la utilizziamo per la nostra igiene personale, ma allo stesso tempo è al centro della questione della sostenibilità». «La carenza dell’acqua - conclude Villa - è un fattore di criticità che si può affrontare da un punto di vista tecnologico. Ed è un tema estremamente complesso, che può essere approcciato in modo multidisciplinare, unendo arte e scienza, in pieno spirito leonardesco».
La lezione
Leonardo Da Vinci non solo coniugava le diverse discipline, ma aveva anche una «visione geografica estesa». Ha lavorato a Firenze, a Milano, a Roma e poi in Francia, dov’è morto, come ha ricordato Massimo Temporelli agli studenti del Carli, che si è detto felice di essere in una scuola che si autodefinisce «internazionale». «Leonardo ha portato la sua identità in ogni luogo dov’è stato. Ed è così che dovremmo fare anche noi, e non viceversa».
«Mi sembra che i giovani d’oggi abbiano una visione della storia come qualcosa di freddo e di lontano - prosegue Temporelli - e allora cerco di farli immedesimare nei loro antenati che duecento o trecento anni fa hanno vissuto un cambiamento culturale importantissimo. Cito sempre il caso delle donne, che fino alla seconda rivoluzione industriale non hanno potuto studiare, non perché fossero stupide, ma perché la casa era talmente complessa da gestire da occupare tutto il loro tempo». Prima dell’elettricità, dell’aspirapolvere, della lavatrice e del frigorifero.
«Allora - prosegue il fondatore di The FabLab - mi chiedo cosa succederà nel mondo quando la quarta rivoluzione industriale, con la robotica e l’intelligenza artificiale, entrerà stabilmente nelle nostre case e nelle nostre fabbriche. Secondo me, si libereranno dei posti di lavoro che oggi sono pesanti per gli operai, e questi operai dovranno salire di livello e fare qualcosa di più interessante, come programmare i robot o stamparne le braccia in 3D». Protagonisti di questa ennesima rivoluzione culturale innescata dalle nuove tecnologie saranno i giovani di oggi, chiamati ad affrontare un mondo del lavoro in continua evoluzione. Proprio per aiutarli in questa transizione è nato il progetto del Da Vinci 4.0, creato dal Giornale di Brescia in collaborazione con The FabLab e Talent Garden, e grazie al supporto di tante realtà bresciane.
Tra queste anche Banca Valsabbina, al fianco della nostra iniziativa sin dalla sua prima edizione. «Siamo una banca del territorio - ribadisce Ruggero Valli, dell’ufficio stampa e comunicazione -, e non potevamo non sostenere un progetto che valorizza i giovani bresciani e il loro futuro».
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato