Da Vinci 4.0

La «dinastia» vincente del Cerebotani per reinventare gli spazi pubblici

Francesca Roman
La scuola di Lonato arriva da tre primi posti di fila «ma nulla è certo quando si parla di innovazione»
GdB Da Vinci 4.0 - Istituto Cerebotani
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Tre primi posti consecutivi all’hackathon sono un’eredità pesante da preservare. Lo sanno bene gli studenti dell’istituto tecnico Cerebotani di Lonato, campione in carica da ben tre edizioni del Da Vinci 4.0.

«Hanno una tradizione di vittorie ma non sono ancora i vincitori - commenta il divulgatore scientifico Massimo Temporelli, all’ottava tappa del suo tour motivazionale di questa quinta edizione della nostra iniziativa editoriale (il video-racconto dell’incontro in onda stasera alle 20.05 su Teletutto) -. Quindi potrebbero essere anche bloccati da questa responsabilità… Sicuramente è una scuola tecnica e questo è un vantaggio, ma il tema della sfida quest’anno è più sociale… Vedremo».

Di certo c’è che i ragazzi del quarto anno di Automazione, riuniti nel team «S44S», faranno di tutto per difendere il loro titolo, anche grazie all’esperienza sul campo dei professori Giovanni Fusco e Salvatore Strano, e sono decisamente sul pezzo in fatto di nuove tecnologie. «Uso Rasperry Pi - racconta Beatrice Bruna Pasqualini, che da grande vuole fare l’inventore -: sto provando a costruire un robot con un’intelligenza artificiale che sia in grado di imparare qualcosa, come assistente».

Il suo compagno Luca Balzani è invece più interessato a ChatGpt, che usa tutti i giorni per ricevere spunti e idee. «Ma per il Da Vinci l’idea deve venire da noi - assicura -, perché deve essere inedita».

Prototipo

Quello che anche gli studenti del Cerebotani sono chiamati a fare è ripensare gli spazi pubblici in ottica di sostenibilità, creando un prototipo che risponda a una delle problematiche del presente. «Gli spazi pubblici li devono innanzitutto conoscere - specifica Matteo Villa, learning specialist di The FabLab -, e conoscendoli, capire quali sono gli aspetti che possono essere migliorati con una sensibilità per le tendenze del presente, quindi un’attenzione alla sostenibilità, al benessere, alla qualità della vita, e connettere questi criteri alle tecnologie».

«Le nuove tecnologie - precisa Villa - non devono essere studiate per sé stesse, ma devono essere utili a qualcosa». «È un tema molto interessante - commenta Dario Righettini -, ma sicuramente non facile, perché bisognerà tenere conto di persone, animali, oggetti e strutture». «Questo è un progetto che ci può aiutare a comunicare - gli fa eco il suo compagno Fabio Doleni - e, comunque vada, un’iniziativa utile per il nostro futuro».

Partner

Futuro che sta molto a cuore alle realtà bresciane che supportano il Da Vinci 4.0. Come Banca Valsabbina, al nostro fianco fin dalla prima edizione. «Una banca territoriale come la nostra - commenta Ruggero Valli dell’ufficio comunicazione - non può far mancare il suo supporto a un progetto di questo tipo, che valorizza i giovani mettendoli in gioco in un contesto molto concreto, e soprattutto che porta le aziende all’interno degli istituti bresciani».

Nuovo partner è invece Alfa Acciai: «Siamo convinti - afferma Antonio Iaia, innovation sustainability manager - che l’innovazione sia la forza motrice di tutte quante le attività di questo periodo, e innovazione significa anche muoversi nella sostenibilità». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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