Da Vinci 4.0

Gli inizi, la pandemia, il «phygital»: tre anni di Da Vinci 4.0

Nel 2019 la prima edizione del progetto che al centro vuole mettere gli studenti delle scuole bresciane e la digital transformation
Foto di gruppo, durante l'hackathon del 7 maggio 2019 - © www.giornaledibrescia.it
Foto di gruppo, durante l'hackathon del 7 maggio 2019 - © www.giornaledibrescia.it
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Era il 29 gennaio del 2019 quando per la prima volta sulle pagine del Giornale di Brescia abbiamo presentato il Da Vinci 4.0. Nato in collaborazione con Talent Garden e The FabLab, con lo scopo di «intercettare la trasformazione digitale là dove per prima germina, cioè negli istituti tecnici e tecnologici». Da allora il progetto ha fatto molta strada, coinvolto tantissimi studenti di Brescia e provincia, allargato la platea ai licei. Ha affrontato una pandemia, modificando giocoforza le modalità di partecipazione, senza mai perdere di vista il suo «ambizioso compito di mediatore tra scuole e imprese».

L’esordio

La prima edizione del Da Vinci 4.0 ha preso il via il 4 febbraio di tre anni fa con il debutto, all’Itis Castelli, delle lezioni di Massimo Temporelli, fondatore di The FabLab. Per tre mesi, 250 ragazzi di cinque istituti tecnici bresciani hanno avuto la possibilità, in altrettanti incontri, di confrontarsi con il divulgatore scientifico sui temi della digital transformation. Il 7 maggio, infine, la sfida finale: i migliori studenti si sono dati battaglia in un hackathon, una gara di progettazione che ha visto trionfare l’istituto tecnico Primo Levi di Lumezzane.

Arriva il Covid

Il successo della prima edizione del Da Vinci 4.0 ha spinto ad allargare gli orizzonti, e il 15 novembre 2019 è stata annunciata la seconda. «Stiamo lavorando al fine di creare un innesto umanistico, affiancando agli studenti degli istituti tecnici anche colleghi di licei e scuole di altri indirizzi - ha annunciato in quell’occasione il direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini -, questo perché i giovani di oggi saranno sì i lavoratori, ma soprattutto gli uomini e i cittadini del domani, a tutto tondo». Nessuno avrebbe potuto prevedere che, da lì a qualche mese, una pandemia avrebbe fermato il mondo.

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Dopo i primi cinque incontri con le scuole, tra dicembre 2019 e febbraio 2020, la seconda edizione del Da Vinci 4.0 viene sospesa per circa un anno. La volontà di continuare però non è stata scalfita, semmai si è rafforzata, mutando così come è mutata la scuola da inizio 2020. Il 22 gennaio 2021 siamo tornati con nuove opzioni: nessun incontro in presenza ma lezioni con Temporelli solo online tramite il portale www.davinciquattropuntozero.it.

Anche l’hackathon finale è stato necessariamente digitale: le nove squadre in lizza, formate da un docente e almeno tre studenti dei sei istituti bresciani in gara, si sono sfidate nella realizzazione di un prototipo di soluzione innovativa per la scuola post-Covid. Ad avere la meglio è stato l’Itis Cerebotani di Lonato del Garda, che ha conquistato primo e secondo posto, mentre il Cfp Vantini di Rezzato si è classificato terzo.

Nuova sfida

Massimo Temporelli di The FabLab
Massimo Temporelli di The FabLab

E veniamo a noi, a questa terza edizione «phygital», l’abbiamo definita più volte: una equilibrata distribuzione di attività in presenza e online, per combinare il buono del digitale e delle attività nel mondo fisico. Da un lato le lezioni, in presenza, di Massimo Temporelli nelle sei scuole partecipanti, tra gennaio e febbraio. Dall’altro, tra gennaio e aprile, il rilascio dei contenuti online del «design thinking» sul portale, per accompagnare i ragazzi in un percorso di progettazione in quattro tappe: define, ideate, make, test, con momenti di confronto per eventuali domande. Una modalità di lavoro più che mai attuale, come attuale è anche il tema dell’hackathon: ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente attraverso la tecnologia, sia essa declinata in un dispositivo o in un’installazione artistica.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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