Gli esempi di Curie, Olivetti e Jobs: quando l’innovazione si fa a 20 anni
La quarta rivoluzione industriale, quella che stiamo vivendo noi in questi anni dopo l’«annuncio» dei tre consulenti tedeschi nel 2011, «quasi con certezza durerà 50 anni». Lo insegna la storia: tutte quelle avvenute in precedenza hanno avuto tale durata. Mezzo secolo per scoprire, conoscere e non parlare più di quella innovazione tecnologica.
L’idea, invece, con le varie fasi di progettazione dura molto meno ed è partorita sempre da menti giovanissime: Steve Jobs, Marie Curie, Adriano Olivetti, solo per fare qualche nome, avevano vent’anni quando con studio e idee cambiarono con la loro innovazione il mondo che vivevano.
«Ci conviene»
Ed è soprattutto per questo che è nata l’iniziativa Da Vinci 4.0: «Non stiamo puntando sui giovani per tenerezza - ha spiegato Massimo Temporelli, fondatore di The FabLab, fisico e divulgatore scinetificio - , ma perché ci conviene. Non in senso negativo, ma come opportunità per il futuro di tutti. A quest’età non sono appesantiti da tutte le strutture culturali che arrivano con l’esperienza e che abbiamo tutti noi adulti. La loro creatività è libera, non hanno paure, non hanno vincoli: con questa nostra proposta urliamo che i giovani sono importanti e che è necessario dar loro le giuste possibilità, non solo di espressione ma possibilità di ripensare il nostro mondo».
E per farlo il Da Vinci, progetto del GdB e organizzato da TheFabLab con Talent Garden, non può che partire dalle scuole: «È fondamentale cominciare da qui - ha continuato Temporelli -, perché le poche occasioni che diamo ai nostri ragazzi derivano da un fattore culturale che è da cambiare. Negli Stati Uniti i giovani che hanno idee vengono stimolati e supportati: dovremo cominciare a farlo anche noi se non vogliamo restare un passo indietro anche questa volta, esattamente come avvenuto con la terza rivoluzione industriale».
I protagonisti
D’accordo con Temporelli è lo studente del liceo scientifico Annibale Calini (il video-racconto dell’incontro andrà in onda stasera alle 20.05 su Teletutto), istituto che partecipa al progetto per il secondo anno consecutivo con il team «Gem», Angelo Cavaleri: «Gli adulti pensano troppo al passato e forse hanno paura di quello che non conoscono. Serve rinnovare per migliorare anche positivamente il mondo che ci circonda».
Idee chiare come quelle del compagno Michele Frugoni: «Ho deciso di partecipare - ha detto lo studente -, perché mi interesso da tempo di nuove tecnologie e di innovazione. Sono tematiche molto interessanti e molto stimolanti». Non solo pensieri, ma anche concretezza per i giovani studenti dell’istituto cittadino: «Mi piace lavorare sui software - ha raccontato Nikolai Carnaghi - , ma trovo anche l’hardware interessante: ho fatto già dei progetti con mio papà. Suppongo che sarà una bella esperienza, lavoreremo un bel po’, ma impareremo molto».
Ad impegnarsi nell’ideazione di un prototipo per migliorare gli spazi pubblici (questa la tematica scelta per l’edizione corrente) anche Marco Daniotti: «Abbiamo già qualche idea, ma è da sviluppare bene. Dobbiamo capire costi e tempistiche. L’ambito è quello della sanità, più precisamente gli ospedali».
Idee
La tecnologia a disposizione delle idee. Questo è il claim del progetto che sta percorrendo in lungo e in largo la provincia di Brescia. Un percorso creativo che porterà gli studenti a realizzare un prototipo, un manufatto concreto, della loro intuizione concettuale «Al giorno d’oggi l’offerta tecnologica - ha spiegato Matteo Villa, formatore di TheFabLab - a livello mondiale è molto, molto vasta. Nuove tecnologie, nuove possibilità progettuali. Parliamo di robotica, di stampa 3D, di intelligenza artificiale, di blockchain.
Cose che possono spaventare quando ci si trova per le prime volte ad avere a che fare con loro, ma in realtà la tecnologia può, anzi deve, essere nostra amica. Spesso la letteratura anticipa l’evoluzione e la rappresenta in modo negativo. Dovremmo invece credere che possa esistere la modalità per usare le innovazioni e vivere meglio rispettando il mondo e noi stessi».
Mondo produttivo
Ed è seguendo questi pensieri positivi che i partner del progetto continuano a sostenere il Da Vinci: «Quando abbiamo conosciuto l’iniziativa - ha detto Camilla Sandonini, parte del team Ricerca e sviluppo del Gruppo Alfa Acciai -, abbiamo subito sentito una connessione con quello che stiamo cercando di fare in azienda. È un progetto innovativo che include i giovani e avvicina le aziende ai futuri lavoratori».
Pensiero condiviso anche da Banca Valsabbina: «Siamo una banca territoriale - ha commentato Ruggero Valli dell’Ufficio stampa e comunicazione dell’istituto di credito bresciano - , vogliamo supportare i bresciani avvicinandoci sempre di più ai giovani. Da cinque anni seguiamo il Da Vinci ed è un progetto che va sempre più veloce e che include sempre più istituti perché è un’iniziativa molto valida e lungimirante».
Un percorso quello che affronteranno i ragazzi che sarà guidato dalla docente Veronica Cavicchi, insegnante al Calini di Matematica e Fisica: «Per noi l’idea di mettere in atto principi di innovazione e spirito imprenditoriale è molto interessante. Senza dimenticare la missione della scuola che mira a trasmettere regole e valori senso civico. Riuscire a farlo consentendo ai ragazzi l’utilizzo della tecnologia e della creatività è molto stimolante».
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