Da Vinci 4.0

Con il Geobacter il liceo Carli guarda alla produzione energetica green

Francesca Roman
Il liceo di Brescia rinnova l’adesione a Da Vinci 4.0: il batterio elettrogenico l’asso nella manica
GDB Da Vinci 4.0 - Liceo Carli
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Numerosi e agguerriti più che mai. Gli studenti del liceo Carli di Brescia quest’anno vogliono il primo posto all’hackathon del Da Vinci 4.0, e il loro asso nella manica è un batterio elettrogenico. Questa l’idea presentata dai ragazzi a Massimo Temporelli, divulgatore scientifico e fondatore di The FabLab, nel corso della mattinata trascorsa insieme (il video-racconto è visibile in cover a questo contenuto).

«È la quinta volta che partecipiamo – ricorda Valentina Perri, professoressa di Matematica – e anche quest’anno abbiamo accolto l’invito molto volentieri. I ragazzi hanno aderito in numero ancora maggiore e hanno pensato a un modo nuovo per affrontare la sfida, dividendosi il lavoro tra indirizzo informatico e indirizzo scientifico». Innanzitutto, il tema della sfida, l’energia, ha riscosso molta attenzione da parte degli studenti.

«È interessante indagare quali siano i modi per produrre energia sostenibile – commenta Filippo, di terza C -. Questo progetto ci consentirà di sperimentare cose nuove, e di imparare a utilizzare anche tecnologie che non conosciamo». Alla sua seconda partecipazione è invece Kevin, di quarta C. «Abbiamo deciso di metterci a disposizione anche per aiutare gli studenti più giovani – spiega -. Per me era stata un’esperienza molto interessante, che mi ha aiutato ad approfondir argomenti solitamente non sviluppati in classe, quindi anche quest’anno potrà essere un’opportunità per indagare delle tematiche molto più attuali».

Alimentazione

Ma veniamo all’idea che i ragazzi del Carli hanno in mente di sviluppare e sottoporre alla giuria. «Abbiamo pensato – chiarisce Marta, di terza C - che per produrre energia in maniera sostenibile si potrebbe utilizzare il Geobacter, un tipo di batterio elettrogenico. Se inserito all’interno di un circuito, riesce a produrre energia che poi si può utilizzare per alimentare oggetti di piccole dimensioni, come un telefono oppure un iPad».

E prosegue Marta: «Ciò avviene soltanto se il batterio viene mantenuto a un certo livello di ph e quindi in una certa condizione di umidità e di temperatura. Per questo è necessario che questi valori vengano monitorati con dei sensori, che abbiamo pensato di alimentare con dei pannelli solari».

Un’idea ritenuta buona da Temporelli «e mi sembra che i ragazzi sappiano anche già come realizzarla. Ecco perché abbiamo lavorato sull’aspetto comunicativo». Perché, lo ricordiamo, alla finale del Da Vinci 4.0 ciascuna delle squadre dovrà anche presentare il proprio progetto e convincere i giurati a votarlo.

Tra questi ci sarà anche Ruggero Valli, responsabile della comunicazione di Banca Valsabbina, per il sesto anno partner dell’iniziativa editoriale. «Ci piace vedere come in questi anni la competizione sia cresciuta – commenta -, così come il livello e la qualità degli elaborati finali. Il fatto che una banca territoriale non si esima dal supportare questa tipologia di iniziative è sinonimo del fatto che un istituto come il nostro crede nello sviluppo del territorio e sostiene le nuove generazioni. In occasione di appuntamenti come questo, i ragazzi entrano in contatto col mondo dell’imprenditoria e del lavoro, che sarà poi lo sbocco naturale della loro formazione».

Su Zoom

Ricordiamo, inoltre, che martedì 18 marzo alle 16 è in programma il secondo incontro online sulla piattaforma Zoom: ospiti dell’appuntamento saranno i ragazzi di Flofleet, promettente startup che coniuga il mondo aeronautico con quello dell’intelligenza artificiale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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