Da Vinci 4.0

«Dibattiti filosofici e tech: la ricetta per stimolare i ragazzi»

Giacomo Ferrari, dirigente scolastico del liceo Luzzago di Brescia, racconta come l'istituto affronta la Dad (e non solo)
I ragazzi del Luzzago iscritti a Da Vinci 4.0 si preparano con i professori di informatica Scuri e Caniato
I ragazzi del Luzzago iscritti a Da Vinci 4.0 si preparano con i professori di informatica Scuri e Caniato
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Fare dei ragazzi i veri protagonisti della scuola. Presa decontestualizzata questa frase è una banalità: gli studenti sono al centro del percorso educativo e formativo. Calata però nell’attuale situazione assume un significato molto più concreto, attuale, persino urgente. La distanza forzata sta infatti accelerando un processo già in atto, che vede nei giovani non più dei semplici fruitori di nozioni, ma creatori di contenuti e progetti. «Serve ripensare in modo sostanzioso la didattica - conferma Giacomo Ferrari, dirigente scolastico del liceo Luzzago di Brescia che conta quasi 400 studenti -, rendendo davvero i ragazzi protagonisti, non a parole ma concretamente».

L’idea di rimodulare la didattica non è nuova, ma ora si è imposta come una necessità.
Già da tempo sono state messe in campo modalità alternative o parallele a quella che è la classica lezione frontale che è stata fino a pochissimo tempo il principale, se non in alcuni casi l’unico, vettore formativo. Penso per esempio alla «classe rovesciata», dove i ragazzi affrontando da soli la prima fase di costruzione del sapere e poi, con l’aiuto degli insegnanti, analizzano gli esiti, traggono le conclusioni, approfondiscono gli argomenti. Ora più che mai però si sente il bisogno di un modo nuovo di fare scuola.

Da cosa è dettato questo bisogno?
Innanzitutto ad essere cambiato è l’intero sistema di apprendimento all’interno del quale si muovono i giovani. Per loro le vie maestre per imparare sono il viaggiare, il fare in prima persona, il vedere, e in ciò sono aiutati dalle tecnologie digitali. Tutto ciò ha subito un’accelerata fortissima con la pandemia. La didattica a distanza ha infatti fatto venir meno alcuni elementi caratteristici della dimensione classe, dal linguaggio non verbale ai rapporti interpersonali, permettendo però al contempo di sperimentare una modalità che già si conosceva ma che si aveva forse timore ad approfondire, avendo anche poca fiducia sull’efficacia della didattica effettuata con supporti tecnologici. Si può quindi di parlare di una scoperta per il mondo della scuola. Penso che possa essere un termine appropriato, sebbene dietro ad ogni scoperta si celino anche delle insidie. La Dad richiede infatti molta fiducia reciproca tra studenti e insegnanti, oltre alla già citata necessità di cambio di paradigma nel campo della didattica. Il protagonismo di cui si parlava non può essere incentivato senza un coinvolgimento diretto.

In che modo il Luzzago lo ha promosso negli anni passati?
Di iniziative in campo ne sono state messe tante. Per citarne una su tutte penso al concorso nazionale di filosofia «Romanae disputationes» al quale partecipano alcuni nostri ragazzi. Questo progetto prevede due fasi, una di studio e di elaborazione di contenuti, la seconda invece è una vera e propria disputatio, dove i giovani si trovano a sostenere o a mettere in discussione una tesi, faccia a faccia. Oltre ad essere un grande contributo allo sviluppo di una coscienza civile, questa modalità pone i giovani in prima linea nel loro percorso educativo, li responsabilizza e al tempo stesso li stimola.

In questo orizzonte si inserisce perciò anche la vostra partecipazione al progetto Da Vinci 4.0.
Certamente, un percorso come quello organizzato dal GdB con The FabLab e Talent Garden permette di consolidare esperienze di coinvolgimento diretto, di partecipazione. C’è poi un elemento legato alla natura della nostra scuola. Siamo un liceo e non è sempre facile parlare di tecnologia, nonostante all’interno della nostra offerta formativa sia presente anche un indirizzo in Scienze applicate. Saranno proprio i ragazzi che frequentano questo corso, divisi in squadre e coordinate dai professori che hanno dato la disponibilità ad affiancarli, a cimentarsi con la realizzazione del progetto digitale da candidare per partecipare all’hackathon finale.
So che la scadenza per la presentazione del project work è il 23 aprile, per cui gli studenti sono già all’opera: dopo aver seguito le lezioni di Massimo Temporelli sul portale www.davinciquattropuntozero.it si metteranno alla prova con la creatività. Penso che un’esperienza del genere servirà loro anche per allargare i confini culturali in ambito digitale. Proprio per questo motivo seguono già lezioni di informatica, perché il confronto con tematiche non tradizionali dà la possibilità di trarre benefici che si manifestano e si manifesteranno ad ampio raggio.

 

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