Dopo Da Vinci 4.0 il Marco Polo vuole portare l’energia in aula
Prosegue sui banchi del liceo di scienze umane Marco Polo di Brescia la sesta edizione di Da Vinci 4.0, il progetto promosso da Editoriale Bresciana con l’obiettivo di trasmettere ai ragazzi la cultura del digitale e di creare un ponte tra la scuola e il mondo del lavoro (il video-racconto è visibile in cover a questo contenuto). Tema dell’hackathon di quest’anno è sviluppare un prototipo, un prodotto o un servizio hardware o software con l’obiettivo di arricchire o ripensare il modo in cui consumiamo energia.
«In questo mondo ci sono un sacco di problemi – spiega Massimo Temporelli, divulgatore scientifico e fondatore di The FabLab -: ne consumiamo troppa e male, non la rinnoviamo, non c’è circolarità. Quindi abbiamo pensato di stimolare i ragazzi a generare nuove idee, utilizzando le tecnologie».
E prosegue: «È interessante vedere questa generazione alle prese col problema, che pensavamo di avere risolto nel secolo passato e che invece sta tornando preponderante nella nostra società». La possibilità per i ragazzi di occuparsene, secondo Temporelli, potrebbe portare giovamento a loro, e magari anche alla società.
Esperienza
Dello stesso avviso è anche Roberto Viani, professore di Protezione ambientale al liceo Marco Polo, che per il secondo anno partecipa a Da Vinci 4.0. «Lo scorso anno ci siamo piazzati – ricorda l’insegnante -, ed è stato per noi molto emozionante e molto interessante: i ragazzi hanno risposto molto bene. Quest’anno ovviamente l’esperienza era da ripetere, con studenti nuovi di una nuova classe».
«Il tema dell’energia – continua -, è un argomento fondamentale per il futuro dei nostri giovani, e penso che dovrebbe essere inserito nei piani didattici di tutte le scuole, perché questa generazione dovrà fare i conti con la transizione ecologica e generare nuove idee per il futuro».
Protagoniste
Gli studenti che partecipano all’hackathon sono di terza C. «Penso che insegnare a noi giovani le nuove tecnologie sia una cosa importante – commenta Ester -, e che dobbiamo coglierla come un’opportunità per migliorare il nostro mondo, quindi sono molto contenta di partecipare a questo progetto, perché molte cose non lo sapevo e sono felice di averle imparate».
Anche per la sua compagna di classe Anna l’esperienza del Da Vinci è positiva: «Penso che sia importante introdurre nelle scuole un metodo nuovo di insegnamento – spiega -, delle nuove informazioni che non abbiamo tutti i giorni, per poi impiegarle nel nostro futuro». Aggiunge la collega Ludovica: «È un bel progetto e importante per tutti noi ragazzi, perché con queste nuove tecnologie possiamo aiutare l’ambiente, migliorarlo e renderlo più vivibile».
Nel corso dell’incontro in classe con gli studenti, il team di The FabLab ha lavorato con loro, mostrando quale procedimento seguire per generare un’idea. «Abbiamo provato a far ragionare questi studenti secondo il metodo del design thinking – chiarisce Temporelli -, cioè produrre un’idea partendo dai problemi, risolvendoli e generando, attraverso un brainstorming, una serie di idee che poi convergeranno nei prossimi mesi in un prototipo».
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