Dalle fonti di energia all’illuminazione, la «smart city» secondo Edison Next

Francesca Roman
La transizione ecologica è la mission della società del gruppo europeo che affianca Da Vinci 4.0. E i ragazzi del Carli hanno visitato la centrale di Cedegolo
Smart city - © www.giornaledibrescia.it
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Edison è di nuovo al fianco del Da Vinci 4.0, per città più sostenibili, sicure e vivibili. Per il secondo anno l’azienda leader nella produzione di energia elettrica è partner della nostra iniziativa editoriale.

Il tema scelto dal team di The FabLab e dal GdB per l’hackathon 2024 è «public spaces», che gli studenti sono chiamati a ridisegnare in ottica di sostenibilità, è un argomento che Edison conosce molto bene, una mission che sta già sviluppando in alcune città.

Le città

«Le città sono il cuore pulsante dei territori - è la premessa dell’azienda -, ma il loro sovraffollamento sta portando a un incremento preoccupante delle emissioni di gas climalteranti e dei consumi energetici». Secondo l’ultimo Sustainable development goals report dell’Onu, infatti, nel 2022 il 55% della popolazione mondiale viveva in aree urbane e la percentuale salirà al 70% entro il 2050. Inoltre le città occupano solo il 3% del territorio terrestre, ma sono responsabili del 60-80% del consumo energetico e del 75% delle emissioni di CO2.

«È quindi necessario intervenire per renderle più sostenibili - proseguono i portavoce della società -, sicure e a misura d’uomo. Edison Next, società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione, sta puntando su un modello di città che, integrando un uso più sostenibile ed efficiente dell’energia con autoproduzione da fonti rinnovabili, soluzioni digitali e principi di economia circolare, contribuisce a risolvere i problemi di emissioni di gas serra e a migliorare la qualità della vita di cittadini e di coloro che la vivono quotidianamente».

Il primo punto su cui Edison Next agisce è la diffusione di fonti energetiche sostenibili, come il fotovoltaico o forme evolute di reti di teleriscaldamento, che generano energia termica da distribuire al territorio attraverso pompe di calore geotermiche.

«Bisogna poi integrare queste soluzioni con servizi smart - spiegano dal gruppo -, come sensori per il monitoraggio della qualità dell’aria e infrastrutture "intelligenti" per la mobilità, come smart parking, smart bus stop, attraversamenti pedonali e impianti semaforici "pensanti" e illuminazione pubblica intelligente: il palo della luce si trasforma così in antenna, abilitando altri servizi, come la ricarica di auto elettriche e videocamere per la raccolta dati».

Tutti questi oggetti intelligenti e connessi tra loro raccolgono una mole di dati che si può gestire attraverso un’unica piattaforma, in grado di trasformare i dati in informazioni utili per la cittadinanza e le amministrazioni pubbliche. Un perfetto esempio di quarta rivoluzione industriale.

Strategia

In questo nuovo modello di città, un elemento chiave è l’illuminazione: il semplice passaggio alla tecnologia a Led consente un risparmio energetico di circa il 65%. Inoltre, i Led, intrinsecamente digitali, abilitano nuove soluzioni. «Emblematico è il caso del Comune di Perugia - spiegano i portavoce -: qui Edison Next gestisce l’illuminazione pubblica dal 2017 (oltre 30mila punti luce) e ha messo in campo soluzioni di adaptive lighting che garantiscono un risparmio energetico del 65%».

Oltre a ciò, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e con l’università cittadina, Edison Next ha realizzato uno studio per l’implementazione di un sistema di adaptive lighting che, a partire dal monitoraggio dei flussi e grazie a un capillare sistema di sensori, consente di adattare la luminosità al traffico effettivo. Sempre nel capoluogo umbro Edison Next ha sviluppato una app che permette al cittadino che usufruisce di un’area pubblica (ad esempio parchi o campi sportivi) nelle ore notturne, di aumentare in autonomia l’intensità della luce in base all’effettiva necessità.

La visita alla centrale di Cedegolo

In visita alla centrale di Cedegolo - © www.giornaledibrescia.it
In visita alla centrale di Cedegolo - © www.giornaledibrescia.it

Dal cuore della montagna alla sala di controllo, dal sapore decisamente vintage. La visita degli studenti del liceo Guido Carli di Brescia alla centrale idroelettrica di Edison a Cedegolo, in Valle Camonica, è stata da un lato una sorprendente scoperta di un vero e proprio capolavoro di architettura industriale, ma allo stesso tempo anche un’«occasione significativa - come l’ha definita Mattia Seira, responsabile dei rapporti con i territori e power asset di Edison - per toccare con mano uno dei temi oggi più importanti per l’intero Pianeta: la produzione di energia a basso impatto ambientale».

Realizzata dall’architetto e designer Gio Ponti nel 1950, questa centrale è uno dei più notevoli esempi di ben riuscito dialogo tra il progresso e il paesaggio, oltre che un modello all’avanguardia di tecnica architettonica razionalista, basata sul valore dei volumi.

Insieme a quello di Sonico e Cividate, l’impianto idroelettrico di Cedegolo consente a Edison di ottimizzare la produzione di energia elettrica in base alla portata del fiume Oglio: l’acqua, captata a monte dalla traversa di Temù, viene turbinata a Sonico, restituita e accumulata nel serbatoio del Poglia, turbinata prima dall’impianto Cedegolo e poi da quello di Cividate, e infine restituita al fiume.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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