Con Da Vinci 4.0 al liceo Luzzago la cultura classica dialoga col digitale
La cultura da sola non basta: è necessario ibridarla con la pratica. Così è al liceo scientifico Luzzago di Brescia, che partecipa al Da Vinci 4.0 per il terzo anno consecutivo, dopo un secondo posto sul podio della passata edizione e una menzione al merito due anni fa.
Il progetto «To Be To Care» e l’app «Medow» univano innovazione tecnologica e arte nella lotta contro l’abbandono dei rifiuti, e l’intuizione dei ragazzi era stata tanto valida da essere concretizzata nel Comune di Cazzago San Martino.
Per tenere alta la bandiera, quest’anno il Luzzago schiera il team Whathere’s, composto da tredici studenti: alcuni di loro sono neofiti, come Mattia Turra della quarta A, che ha deciso di partecipare «perché mi interessa cercare di capire cosa posso fare per il futuro, come posso migliorarlo e come posso usare la tecnologia in modo positivo». O come il suo compagno di classe Maurizio Sassi, incuriosito sin da subito dal progetto: «Della scarsità dell’acqua se ne parla da anni, il problema è che si dovrebbe fare molto di più. Tocca a noi e speriamo di fare qualcosa di buono».
Anche l’anno scorso
Altri studenti, invece, hanno già partecipato lo scorso anno e deciso di replicare. «È stata un’esperienza molto formativa - assicura Lodovico Alessandro Prestini della quarta C -: abbiamo toccato con mano argomenti che a scuola non riusciamo ad affrontare e ci siamo messi alla prova con noi stessi». Anche Sofia Salvoni Gibelmann della quarta A faceva parte del team premiato nel 2021: «È stata un’esperienza bellissima. Il nostro progetto è secondo me potrebbe davvero cambiare le cose».
Soddisfatti dell’esperienza dello scorso anno anche rettore e professori dell’istituto di via Monti. «È stata una partecipazione molto proficua - commenta Padre Luigi Cavagna - con una ricaduta molto positiva a scuola. Quindi abbiamo deciso di ricandidarci, più che per vincere per poter dare la possibilità ai nostri ragazzi di approfondire alcuni argomenti che magari dal punto di vista curricolare non avrebbero lo stesso appeal e che probabilmente sarebbe difificile riuscire ad approfondire nelle normali ole in aula».
«La scuola ha sempre aderito con grande entusiasmo a questa iniziativa perché crede molto nell’esperienza oltre la conoscenza sui banchi - aggiunge la professoressa Elena Jarrar, docente di Fisica -. Sono attività che arricchiscono il percorso scolastico dei ragazzi e consentono di realizzare progetti che vogliono migliorare il territorio».
Il liceo Luzzago ha dimostrato quindi di saper coniugare fare e sapere, nella piena adesione allo spirito vinciano che anima il nostro progetto. «Oggi spesso i licei scientifici sono più umanistici di quello che dovrebbero essere - commenta Massimo Temporelli, divulgatore scientifico e fondatore di The FabLab -. Il Da Vinci 4.0 porta nelle scuole molta praticità». E rivolgendosi agli studenti li incoraggia ad andare oltre la quotidiana vita: «Sporcatevi le mani, ideate e create prototipi, non appoggiatevi soltanto sulla cultura dei classici, che restano in ogni caso esempi fondamentali, ma diventate voi stessi quei classici per le generazioni del futuro».
L'invito
«Innamoratevi delle opportunità che il presente vi offre e vi mette davanti agli occhi». Se Massimo Temporelli invita gli studenti del Luzzago a coniugare teoria e pratica, Matteo Villa, learning specialist di The FabLab, dimostra come la filosofia possa essere la chiave. «A noi piace pensare alla filosofia nel senso etimologico del termine - chiarisce Villa - come amore per il sapere. Tutti sappiamo che l’amore passa dalla conoscenza approfondita di qualcuno o qualcosa. Da Vinci 4.0 invita i ragazzi a fare proprio questo, a innamorarsi delle opportunità del presente da un punto di vista tecnologico, ma anche del mondo in cui vivono, con tutte le sue criticità».
In particolare, quest’anno il tema scelto per l’hackathon è l’acqua, «qualcosa che ci tocca da vicino - aggiunge Villa - molto importante per le nostre vite, quindi in questo senso è tutto molto collegato». Gli studenti, lo ricordiamo, potranno approcciarsi al tema in modo duplice: «Noi vediamo sempre tecnologie e umanità estremamente vicine - premette il learning specialist di The FabLab -, per questo proponiamo due approcci diversi ma collegati fra di loro, uno più pragmatico, per cui i ragazzi dovranno inventare una soluzione tecnologica che risolva un problema da un punto di vista funzionale, utile e pratico, e l’altro più artistico, che dovrà utilizzare i mezzi della tecnologia come linguaggio espressivo per generare un impatto di valore».
Parlando di presente e di opportunità legate alla tecnologia, Banca Valsabbina risponde presente. «È il quarto anno che accompagniamo orgogliosamente il progetto Da Vinci 4.0 - ricorda Mariachiara Pellegrini, dell’ufficio stampa e comunicazione - perché crediamo nella formazione delle nuove leve del nostro territorio». «Stiamo investendo sui giovani - aggiunge Pellegrini -. Sono quasi sessanta gli under 30 assunti negli ultimi due anni dalla nostra banca, che è banca del territorio, ma anche banca che strizza l’occhio alla digitalizzazione e all’innovazione. Il fintech è uno dei settori sui quali in questo momento stiamo investendo maggiormente, abbiamo nuove aule di formazione, con un programma fittissimo dedicato a tutti i dipendenti, soprattutto a quelli più giovani».
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