Al Bonsignori di Remedello la voglia di cambiare il futuro prende forma

Francesca Roman
Prima partecipazione a Da Vinci 4.0 per l’istituto della Bassa. Temporelli: «L’atmosfera qui è molto stimolante»
GDB Da Vinci 4.0 - Istituto Bonsignori
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Scuola nuova ma determinata. E vedremo se sarà la cosiddetta fortuna del principiante o il fermento innovativo che si respira nelle aule dell’istituto omnicomprensivo Bonsignori di Remedello a spingere i suoi «Stegosauri» sul podio della quinta edizione del Da Vinci 4.0.

Di entusiasmo ne hanno sicuramente da vendere gli studenti della terza B dell’indirizzo di Telecomunicazione, grati di potersi cimentare nella nostra sfida tecnologica. «A prima vista - assicura il divulgatore scientifico Massimo Temporelli, alla decima tappa del suo tour nelle scuole (stasera alle 20.05 lo speciale in onda su Teletutto) - sembra che potranno dire la loro. Certo, l’abito non sempre fa il monaco, ma qui l’ambiente scolastico è davvero stimolante».

Prototipo

Anche i ragazzi del Bonsignori dovranno ideare e costruire un prototipo che possa ripensare gli spazi pubblici in ottica di sostenibilità. «La mia speranza è che si sentano vicino a questo tema - prosegue Temporelli -. Potrebbero pensare di inserire un altoparlante dentro ai lampioni per ascoltare la musica, o progettare dei divani che si autopuliscano… In ogni caso, spero scelgano uno spazio che sentono loro e lo migliorino con le loro idee, che magari riusciremo poi anche a brevettare e prototipare. Questo è sempre un po’ il sogno del Da Vinci».

Un sogno ardito ma condiviso dagli studenti e dai professori che li guideranno. «Ho seguito le passate edizioni di questo progetto - spiega Alberto Caracciolo, insegnante del laboratorio di Telecomunicazioni -, e ho deciso di candidare i miei ragazzi. Nonostante siano piccolini, studiano Tecnologia e Progettazione utilizzando l’IoT, quindi penso che questo hackathon sia perfetto per loro».

Studenti

Saranno anche molto giovani, ma (e forse proprio per questo) sono esperti conoscitori delle tecnologie della quarta rivoluzione industriale. «Questo incontro - commenta Gennaro Di Fraia - mi è stato molto utile per capire come sfruttare meglio l’intelligenza artificiale, non solo per fare i compiti, ma anche in ottica lavorativa».

«Sono appassionato di stampa 3D e di elettronica - racconta invece il suo compagno di classe Giulio Iaconesi -. Sono felice di poter mettere in pratica le mie conoscenze per innovare e creare qualcosa di utile per il futuro». Altrettanto affascinante, per gli studenti del Bonsignori, è stato scoprire la storia delle precedenti rivoluzioni, e l’effetto socioculturale che hanno avuto. «Mi ha colpito come l’uomo abbia costantemente cercato di migliorare la sua condizione con uno sguardo collettivo - spiega Giulia Sandonini -, riuscendo a fare cose impensabili fino a qualche anno prima».

Stesso discorso vale per la sua amica Giulia Catana: «Oggi ci basta digitare Google per trovare qualsiasi informazione o risposta, ma fino a pochi anni fa questo era un’utopia. Magari ora saremo noi a creare qualcosa che rinnoverà il futuro». Lo spirito d’iniziativa è senz’altro quello giusto, una volontà supportata anche dal dirigente scolastico del Bonisgnori Michele Iammarino. «Il Da Vinci 4.0 - commenta - è un’attività con un’importante finalità orientativa che ben s’inserisce nell’apertura della scuola al territorio».

Rivoluzioni e animali

«Perché gli animali non fanno le rivoluzioni?». Il fondatore di The FabLab Massimo Temporelli non manca mai di catturare l’attenzione dei suoi interlocutori, e con gli studenti del Bonsignori di Remedello non è stato da meno. «Perché non hanno la tecnologia - svela il divulgatore scientifico -, con buona pace di Orwell. È la tecnologia che ti fa vedere cose nuove, quindi pensare in modo diverso. In ogni epoca ci sono stati alcuni uomini che hanno fatto cambiare le cose, e noi speriamo che questi esseri umani oggi siano i ragazzi del Da Vinci 4.0».

Temporelli ha ribadito che le rivoluzioni industriali del passato, così come la quarta attualmente in corso, siano anche rivoluzioni culturali, perché «cambiano il nostro modo di essere umani, l’organizzazione della nostra società, il nostro modo di pensare a noi stessi: la rivoluzione industriale, come qualunque rivoluzione, ha a che fare dei dispositivi che dispongono nuovi comportamenti e che danno vita a un nuovo tipo di essere umano».

«Tra dieci anni - prosegue il fisico e imprenditore - tutto quello che diciamo adesso sarà diventato vecchio, come se oggi sentissimo i discorsi sulle lampadine elettriche e sul loro funzionamento che facevano i nostri antenati all’inizio del Novecento. Oggi l’intelligenza artificiale ancora ci stupisce, ma tra dieci anni sarà la norma. Il fatto che noi ne parliamo, che i ragazzi sperimentino, che poi ne parlino a casa, che poi arrivi l’azienda a investire… è questo che lo rende la norma». La vera sfida secondo il divulgatore scientifico è «farlo prima che lo facciano gli altri», cioè non subire queste tecnologie ma usarle per inventare cose nuove, per migliorare la nostra società.

Confindustria Brescia

Per questo un’associazione che porta avanti gli interessi del tessuto produttivo quale è Confindustria Brescia crede nel progetto Da Vinci 4.0 (è partner fin dal primo anno), come ha ribadito il suo delegato Giuseppe Moreschi: «Questa è una grande opportunità per i ragazzi - commenta -, ma anche per le nostre aziende. Il lavoro oggi ha bisogno di innovazione quindi ha bisogno di giovani capaci e al passo con i tempi, del loro modo di pensare e della loro capacità di non stare mai fermi e di reinventarsi ogni giorno».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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