Zerocalcare al Festivaletteratura: «Io su TikTok, ma a modo mio»
Approdato poche settimane fa su TikTok, Zerocalcare (#zerocalcarecringe) sta appassionando la community e sarà protagonista della live di domani, lunedì 12 settembre, alle 18 con la BookToker Valentina Ghetti (#book.addicted) e il Festivaletteratura.
«Faccio un lavoro che ha a che fare con i social, realisticamente adesso quella che funziona di più è la piattaforma TikTok. Le altre stanno morendo, con alcune piattaforme non riesci a interloquire con persone che stanno sotto i 50 anni, quindi è difficile. Ho dovuto capire in che modo potevo declinare le cose mie, non faccio i balletti, non faccio i doppiaggi con canzoncine. Ci ho messo un po’, ma mi sembra di aver trovato una chiave che è usare un certo tipo di racconto che si fa con la voce, che devi supportare con i disegni», racconta all’Ansa Zerocalcare al suo arrivo, ieri, al Festivaletteratura di Mantova, dove è stato protagonista di due eventi.
«Tutte le serie tv che guardo sono o sequel, o spin off o prequel di qualcosa che bisognava aver visto in passato. Con Best Movie avevo pensato che potevo fare questo format per spiegare, per fare un recap di tutto questo. Poteva esser un modo carino di esserci senza cercare di inseguire cose dei ragazzini, che non mi appartengono. Io ho una regola sui social e piattaforme, di non postare mai la faccia mia. Faccio disegni perché il mio lavoro è quello. La Live BookTok credo che sarà un’intervista», spiega il fumettista, che a Mantova ha parlato tra l’altro del ruolo sociale e della rappresentazione della realtà con il fumetto.
Il nuovo libro
Grande l’attesa per l’uscita il 4 ottobre di «No Sleep Till Shengal» (Bao Publishing), il suo nuovo libro che «è un racconto di viaggio fatto nel nord dell’Iraq un anno fa, per proseguire il discorso di quello che sta intorno alla lotta di liberazione dei curdi. Per me è un modo di dare continuità a una cosa che mi sta a cuore», racconta Zerocalcare. «Poi c’è un secondo progetto animato con Netflix, che però ha dei tempi un po’ più lunghi. Non è una seconda stagione, è un’altra cosa, chiaramente con il mio linguaggio, ma non è un seguito. Le puntate sono più vicine ai 30 minuti che non al quarto d’ora come l’altra volta. Parte del cast sarà lo stesso, ma il progetto è più organico, non episodico come l’altro».
Raccontare le storie
Zerocalcare ha usato TiKTok pochissimo finché non lo ha avuto per lavoro. «Mi sembrava interessante, perché metteva i ragazzi a fare delle cose che andavano oltre il selfie - ovviamente c’è chi lo usa nello stesso modo -, li impegnava in esercizi di montaggio, di regia vera e propria. Quando ho visto che c’erano contenuti di lettura, spiegazioni di fenomeni di attualità, mi è sembrata una roba abbastanza interessante. Ma ho sempre paura che tutte queste cose siano amplificatori dell’ego e dell’immagine di se stessi. Quando vengono usati per parlare d’altro, invece, sono molto fighi, altrimenti impoveriscono. Io lo userò per raccontare delle storie. Quando ho cominciato a fare le cose di animazione sulla pandemia si reggevano sul racconto vocale e animazioni molto povere. Sarà una cosa simile in un tempo compresso e ridotto», dice Zerocalcare, che di elezioni non ha voluto proprio parlare.
#BookTok
A Mantova ieri è sbarcato il fenomeno #BookTok, nato in maniera spontanea durante il primo lockdown, nel marzo 2020, e arrivato a oltre 75 miliardi di visualizzazioni a livello globale e a 1 miliardo a livello italiano. Presenti in carne ed ossa delle BookToker, che hanno condiviso con la community di appassionati lettori contenuti esclusivi ed incontri.
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