Vita da bandito, dal sequestro Soffiantini al podcast
Un passato, remoto, da imprendibile bandito. Un passato, prossimo, da poeta e scrittore in carcere. Un presente da persona libera e da autore di podcast. È quello di Giovanni Farina, esponente di spicco nell’Anonima sequestri sarda, la banda alla quale, tra gli altri, si deve il sequestro dell’imprenditore manerbiese Giuseppe Soffiantini.
Tornato libero nel 2023 dopo aver scontato 35 anni per la condanna all’ergastolo e dopo averla scontata, anche se in tempi diversi, tutta al carcere duro in regime di 41 bis, Farina, che oggi ha 74 anni, ha realizzato un podcast in cinque puntate a cui ha affidato il racconto della sua vita.
L’opera, prodotta da Rumore e già interamente disponibile in esclusiva su RaiPlay Sound, si intitola «9999. Una grande vita lunga». Il numero allude al presunto anno del «fine pena mai», il 9999 appunto.
Nei 170 minuti del podcast, che è suddiviso in cinque puntate da una trentina di minuti ciascuna, la narrazione del criminale Giovanni Farina, coinvolto in altri clamorosi sequestri di persona, oltre a quello del 1997 di Soffiantini, si alterna a quella dell’autore e regista Giovanni Cioni il quale ha vissuto tra Bruxelles, Parigi, Lisbona, Napoli, ma pure sul monte Calvana, sopra Prato, dove Farina, oggi 74enne, originario di Tempo Pausania (Sassari), è cresciuto e dove lo stesso Cioni è tornato a vivere proprio negli anni del sequestro Soffiantini.
Sulla Calvana, in un posto non lontano dalla casa abbandonata dove viveva il bandito dell’Anonima, Farina e Cioni si sono incontrati proprio il giorno in cui il primo ha finito di scontare la sua pena, ha lasciato il carcere ed è partita questa iniziativa. «Mi dissero che la mia sarebbe stata una grande vita lunga e che non avrei mai più rivisto i miei monti - dice - Si sbagliavano».
In quasi 40 anni di carcere (oltre a quelle per i sequestri ha scontato condanne minori precedenti) Farina in cella ha scritto testi, racconti, poesie tanto da venir chiamato anche bandito-poeta.
In questo podcast racconta la sua infanzia di pastore sardo in Toscana, tra la Maremma e Prato, la 'carriera' di criminale di spessore, culminata anche nei sequestri negli anni '80 di Francesco Del Tongo a Arezzo e Dario Ciaschi a Lastra a Signa (Firenze) e in quello fallito all'imprenditore Elio Sardelli a Gambassi Terme; quindi il carcere, le evasioni, la latitanza, le fughe all’estero, più di una, prima in Colombia, poi nella giungla del Venezuela, poi in Australia dove fu catturato nell’estate 1998. L’ultima fuga di Giovanni Farina si concluse nell’agosto del 1998 all’aeroporto di Sidney. Aveva documenti e nome falsi (quelli di Luigi Valianti), ma fu comunque identificato. Portato in Italia, l’imprendibile primula rossa dell’Anonima Sarda, considerata la mente del sequestro Soffiantini, rimase in carcere fino al 2023.
È sopravvissuto all’ergastolo e alla sua leggenda, quella dell'imprendibile bandito e ora, a più di 70 anni, si reinventa. E per narrare la sua vita, non usa più la poesia, ma un podcast.
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