Cultura

Vilde Frang al Festival pianistico: «Brahms è il mio sogno»

La giovane norvegese Vilde Frang e l'Orchestra della Radio Svedese nel Concerto per violino scelto per aprire il Festival pianistico
La giovane violinista norvegese Vilde Frang
La giovane violinista norvegese Vilde Frang
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La giovane violinista norvegese Vilde Frang appartiene all’agguerrito gruppo di concertiste nate negli anni ’80 e oggi autorevolmente sulla cresta dell’onda. Avremo presto il piacere di ascoltarla in città, nella serata inaugurale del 52.mo Festival Pianistico, che avrà luogo al Teatro Grande domani alle 20.45. Con l’Orchestra della Radio Svedese diretta da Daniel Harding, la solista scandinava interpreterà il celebre Concerto per violino di Johannes Brahms. 

«Ciò che mi ha sempre colpito in questo Concerto - dichiara Vilde Frang - è l’eccezionale ambizione della scrittura. Non si tratta del solito pezzo di bravura che mette in risalto il virtuosismo del solista, quanto di un’autentica composizione sinfonica. D’altronde anche la parte violinistica è estremamente impegnativa. Ascolto il Concerto di Brahms fin dalla più tenera età: penso che ogni piccolo violinista accarezzi il sogno di poterlo un bel giorno eseguire. Sono particolarmente lieta di interpretare que- st’opera meravigliosa con Daniel Harding e con la sua orchestra perché sono artisti particolarmente sensibili anche alle finezze "cameristiche" e intime della musica brahmsiana».
Ha già tenuto concerti in Italia oppure suona di rado nel nostro Paese?
Penso che la mia prima esperienza assoluta in Italia sia stata la partecipazione, molti anni fa, alla trasmissione televisiva «Bravo bravissimo» con Mike Bongiorno. In seguito ho anche suonato a Milano e Ferrara. Come ogni violinista penso che l’Italia sia fondamentale nella storia della musica. Per non parlare dei grandi liutai: Amati, Guarneri, Stradivari...
A proposito di liutai, esiste un curioso collegamento tra Brescia e la Norvegia perché il violino appartenuto al grande virtuoso ottocentesco Ole Bull viene tradizionalmente attribuito (seppur con pareri controversi) a Gasparo da Salò...
Recentemente in Norvegia si è cercato di valorizzare Ole Bull presentandolo come il Paganini del Nord, la prima superstar che abbia avuto il mio Paese, prima di Grieg. Si tratta anche di un musicista dalla vita incredibilmente avventurosa.
Nell’ambito della musica da camera lei ha avviato un felice sodalizio artistico con il pianista Mikhail Lifits, apprezzato anche a Brescia in varie occasioni. Com’è nata questa collaborazione?
Per caso, anche se tutti e due viviamo in Germania. Un giorno, in occasione di un festival, mi capitò di ascoltare le prove di un concerto. Il pianista era Mikhail, Misha per gli amici. Immediatamente mi sono detta: questo è il musicista giusto per me, un vero poeta! Da allora suoniamo di tutto, da Mozart a Lutoslawski.
Mozart è anche oggetto del suo ultimo album per l’etichetta Warner Classics...
Sì, ho appena inciso due Concerti e la Sinfonia concertante e accanto a me c’è un gruppo che suona anche con strumenti originali: l’Arcangelo Ensemble. Sono sempre più affascinata dalle sonorità degli antichi strumenti e ammiro moltissimo interpreti come Jordi Savall, Gardiner e il Quartetto Chiaroscuro.
Marco Bizzarini

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