Cultura

Venezia premia nomadi americani e Favino, papà italiano

Leone d'Oro a Chloè Zhao per Nomadland e Coppa Volpi all'attore italiano interprete di Padrenostro di Claudio Noce
  • Si chiude il Festival del cinema di Venezia
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A Venezia 77 vincono, forse non a caso, due film pieni delle ombre del presente come Nomadland di Chloé Zhao (Leone d'Oro) che racconta il nomadismo dei workamper, loser non più giovani alla ricerca di lavori stagionali, e Nuevo Orden di Michel Franco (Leone D'Argento - Gran Premio della Giuria) che più che un film distopico sembra un'opera sul domani, sui possibili scenari del dopo-Covid.

Una guerra tra ricchi e poveri piena di sangue. E l'Italia? Incassa la Coppa Volpi andata a Pierfrancesco Favino per Padrenostro di Claudio Noce, film ispirato all'attentato subito dal padre del regista nel 1976, davvero un po' poco per il poker messo in campo dal nostro Paese.

Vero sconfitto Gianfranco Rosi che con Notturno aveva proposto un'opera che al pari di Nomaland e Nuovo Orden raccontava il dolore che c'è ai confini del mondo fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano. Insomma Cate Blanchett, presidente di giuria, non ci ha voluto troppo bene, anche considerando il fatto che in questo festival della ripartenza targato Italia c'erano quest'anno film nostrani di buon livello, come Le sorelle Macaluso e Miss Marx, e così forse uno sforzo in più nei riconoscimenti ci stava tutto.

Tra melò e spy story il giapponese Kiyoshi Kurosawa, autore a tutto tondo (horror, yakuza movie e drama), con Wife of a spy porta a casa il Leone d'Argento per la miglior regia. Mentre il Premio Speciale della Giuria va meritatamente a Cari compagni! del maestro Andrei Konchalovsky, un film che ti sale piano piano dentro con una storia antica che cambiò tutto: quella che si svolse a Novocherkassk nel 1962, quando durante una manifestazione operaia in una fabbrica di locomotive, scoppiò una sparatoria sui dimostranti ordinata dal governo e perpetrata dal Kgb per reprimere lo sciopero.

Il caso di The disciple è un pò a parte. Molto apprezzato dalla stampa estera e trascurato da gran parte dei critici italiani, il film ha ottenuto il Premio per la miglior sceneggiatura con il racconto raffinato della musica classica indiana piena di misticismo.

In una folla di candidate tutte brave per la Coppa Volpi femminile, dalla McNormand alla Garai fino a Julija Vysockaja (moglie di Konchalovsky e protagonista assoluta di Cari Comapgni!) vince un'attrice speciale come Vanessa Kirby che era al Lido con ben due film.

In Pieces of a woman, per il quale è stata premiata, è Martha, alle prese con un travaglio in casa della durata di ben venticinque minuti che sembra non finire mai. Si entra così subito nel dramma perché la bambina, appena nata, muore dopo solo cinque minuti e della sua morte viene accusata l'ostetrica che non avrebbe valutato bene l'esigenza di correre all'ospedale. Ma Vanessa Kirby, 32 anni, attrice britannica famosa per la serie tv The Crown è anche una della due protagoniste di The world to come di Mona Fastvold, una storia d'amore al femminile forte e convincente nel nulla di un far West americano di fine Ottocento pieno di silenzio, freddo e solitudine. Una sorta di Brokback Mountain al femminile anch'esso molto quotato alla vigilia per il palmares. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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