Cultura

Van De Sfroos: «Valcamonica, io ci ritrovo il sapore di casa»

Lo sciamano del lago è ospite sabato sera a Edolo col suo «Van Tour 2019» per la rassegna Shomano
Davide Van De Sfroos -  © www.giornaledibrescia.it
Davide Van De Sfroos - © www.giornaledibrescia.it
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Lo sciamano che da vent’anni risveglia gli spiriti del lago e li trasforma in poesia, agli spazi chiusi del teatro preferisce la magia della piazza. Perché «in queste serate c’è qualcosa di tribale, confidenziale e diretto che non trovi da nessun’altra parte». Davide Van De Sfroos approda a Edolo sabato  nella seconda data del suo «Van Tour 2019» e per la prima perla della collana del festival «Shomano»: la location è la suggestiva piazza Foro Boario dove il maestro del laghee sarà accompagnato da Angapiemage Galliano Persico (violino, tamburello, cori), Riccardo Luppi (sax tenore e soprano, flauto traverso), Paolo Cazzaniga (chitarra elettrica e acustica, cori), Francesco D’Auria (batteria, percussioni, tamburi a cornice, hang), Alessandro De Simoni (Fisarmonica) e Simone Prina (basso) (biglietti a 10 euro - Info su www.shomano.it o 329/2447516).

E la prima sviolinata arriva dritta al cuore di Nini Giacomelli e alla sua ciurma di sciamani. «Sono un grande collezionista di sciamanerie - racconta Davide -. Questo festival e tutta la Valle Camonica hanno un posto speciale nel mio cuore perché ritrovo una dimensione che mi fa sentire un po’ a casa: ho ancora al polso il braccialetto dello sciamano che mi venne regalato anni fa. E suonare in piazza è sempre speciale perché è la versione estiva del teatro ma con più aria e più distrazioni. Però il racconto di strada ha una forza particolare».

Quindi cosa dobbiamo aspettarci da questa seconda tappa della tourneè? Tutte le nostre canzoni, i nostri suoni e le cose che piacciono al pubblico: è quello che facciamo da sempre ed è quello che la gente si aspetta. Ma i fan aspettano anche un nuovo album che manca da quasi cinque anni... Lo so e credo che i tempi siano maturi: abbiamo già una ventina di inediti pronti e cominceremo a lavorarci in autunno. Intanto abbiamo scoperto che Van de Sfroos scrittore se la cava alla grande anche con gli audiolibri... Ho scritto tanto e mi è piaciuto molto dare voce a qualcosa di mio. Dopo «Le parole sognate dai pesci» sto pensando di pubblicare anche quello di «Ladri di foglie»: nell’audiolibro ritrovo tutto il mio mondo fatto di lentezza e di voglia di raccontare. La canzone è un missile che deve andare ad una certa velocità, mentre la dimensione dello scrittore permette una intimità diversa. Dici folk in Valle Camonica e il pensiero va a Dario Canossi e ai Luf che hanno suonato con te nel 2017 nel concerto di San Siro. Non solo San Siro, ma in altri quattro concerti. Dario è stato uno dei miei primi road manager e mi ha aiutato a costruire il gruppo: c’è un’amicizia consolidata come lo sono i Luf. Dagli in mano un brano e te lo arrangiano con le loro ritmiche potenti.

Tra talent, rapper e trapper come se la passa la musica folk in Italia? Non siamo così facili da escludere perché c’è sempre qualcosa di buono. Penso a tante etichette indipendenti e a quel mondo fatto di violini, banji e fisarmoniche che riescono a fondersi addirittura con un certo tipo di metal o prog. La gente ha bisogno del folk e il folk lo trovi ovunque: basta saperlo cercare. Parola di Van De Sfroos. Lo sciamano del lago che vuole incantare la montagna.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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