Cultura

La Cattolica di Brescia ha acquisito un manuale del 1540

Giancarlo Petrella
Il raro prontuario di calligrafia redatto a Venezia e stampato dai Nicolini di Sabbio Chiese arriva nella Biblioteca dell’Università cittadina
Una pagina del manuale © www.giornaledibrescia.it
Una pagina del manuale © www.giornaledibrescia.it
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Giovanni Antonio Tagliente a Venezia era noto e apprezzato come calligrafo. Insegnava cioè a scrivere secondo le diverse tipologie di scrittura all’epoca in uso, in particolare «sì antiqua, cancellaresca, mercadantesca, che moderna overo bastarda». Nel 1492 ottenne un posto di insegnante nella prestigiosa cancelleria dogale, laddove avrebbe dovuto «insegnare et amaistrare el scrivere cancellaresco con le sue rason a tuti li zoveni dedicati ala cancellaria».

La storia

I suoi allievi erano giovani orientati all’impiego pubblico nelle cancellerie o al mestiere di segretario privato, che dovevano padroneggiare una scrittura veloce e formalizzata per redigere epistole e documenti ufficiali. Proprio in relazione alla sua attività didattica, e fors’anche per rimpinguare gli scarni guadagni ottenuti con l’insegnamento, il Tagliente fu autore di un vero e proprio manuale di calligrafia che doveva mostrare i disegni delle singole lettere e le legature di una lettera con l’altra nella scrittura. Tali manuali erano destinati all’uso pratico e venivano quindi impiegati fino al consumo, senza alcuna finalità conservativa. Sono pertanto oggi rarissimi e rappresentano una testimonianza interessantissima dell’arte calligrafica rinascimentale.

Rarità

La prima edizione uscì nel 1524 col titolo «Lo presente libro insegna la vera arte delo excellente scrivere de diverse varie sorti de litere le quali se fano per geometrica ragione». Il manualetto, composto di brevi porzioni di testo e tavole silografiche che riproducono i disegni delle lettere e gli strumenti idonei alla scrittura incise da Eustachio Celebrino, andò incontro a una straordinaria fortuna, testimoniata da trentacinque edizioni. A quelle finora note se ne può aggiungere un’altra, fin qui del tutto inedita, fortunosamente sopravvissuta in un unico esemplare rintracciato sul mercato antiquario da Diego Cancrini, che vi ha dedicato uno studio di prossima pubblicazione, e prontamente acquisita dal Centro di documentazione e ricerca «Raccolte storiche» dell’Università Cattolica di Brescia.

Le edizioni

L’edizione reca la data esplicita 1540 e risulta impressa dallo stampatore di origini bresciane Giovanni Antonio Nicolini, titolare a Venezia, assieme ai fratelli, di una florida bottega tipografica. Il nome non stupisce. I Nicolini, oriundi di Sabbio Chiese, avevano fatto fortuna in Laguna stampando edizioni per proprio conto e su commissione. Col Tagliente, che nel frattempo era prematuramente scomparso, i rapporti erano avviati da tempo, se già nel 1527, tre anni dopo la prima edizione, i Nicolini ne avevano prontamente stampato una nuova edizione. Non solo. I Nicolini nello stesso anno avevano stampato anche un’altra opera del Tagliente, un libro di modelli di ricamo dal titolo «Essempio di recammi».

Il manuale di scrittura doveva rivelarsi un autentico bestseller per i Nicolini, tanto da stamparne addirittura 23 edizioni tra il 1527 e il 1552, alle quali può oggi aggiungersi l’edizione del 1540 depositata presso la Biblioteca di Storia delle Scienze «Carlo Viganò». E dopo il 1552? La fortuna del manuale non mostra segni di cedimento. A prendere il testimone dai Nicolini, ereditandone il materiale tipografico, è un’altra famiglia di origine bresciana, i Rampazetto di Lonato. Sono loro a stamparne senza sosta altre otto edizioni, l’ultima delle quali nel 1565. E chissà che qualcun’altra non possa ancora riemergere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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