Un tesoro ritrovato: mura e mosaici romani nel Castello di Brescia
Una scoperta continua: il Cidneo non smette mai di sorprendere. Proseguono gli scavi che la Soprintendenza sta portando avanti nell’area antistante i magazzini oleari e appaiono sempre più evidenti l’imponenza delle strutture romane riaffiorate dopo due millenni, il loro ottimo stato di conservazione, la monumentalità di quel sistema di murature che stavano alla base del tempio costruito sulla sommità del colle, poi inglobato nei secoli successivi, nell’edificio oggi sede del Museo delle Armi.
Tra le rovine
Accompagnati dalla dottoressa Serena Solano della Soprintendenza, che dirige il cantiere avviato da qualche mese a poche decine di metri dal ponte levatoio, abbiamo potuto effettuare un sopralluogo nell’area di intervento, proprio prima della chiusura per i mesi invernali, osservando da vicino le archeologhe Ivana Venturini e Viviana Fausti all’opera, mentre spostavano - con l’ausilio di un piccolo escavatore e armate di picconi, pale e cazzuole - tutto il materiale che per secoli ha coperto e protetto questo articolato impianto di mura, vani e nicchie, da cui è riaffiorato anche un mosaico.
«Qui siamo in corrispondenza del Capitolium - ha spiegato Solano -. Dobbiamo immaginarci una imponente scenografia monumentale che collegava la piazza del foro al tempio costruito sulla cima del colle. Le strutture emerse si possono riferire a diverse fasi: la prima probabilmente di età augustea, quindi alla fine del I secolo a.C., la seconda di età flavia (fine I secolo d.C.). In epoca tardo antica poi l’area è stata utilizzata come balneum con tanto di vasche e impianto di riscaldamento a terra e a parete di cui si possono ancora notare le impronte lasciate dai tubuli».
In «letargo»
Per le prossime settimane gli scavi saranno coperti da teli in vista di riavviare i lavori con la bella stagione. Di certo ora si dovrà rivedere il progetto della Fondazione Brescia Musei che nell’area avrebbe voluto ospitare le sculture del lascito Bruno Romeda, su progetto dell’architetto Scherer.
«Noi proponiamo la conservazione delle mura romane e la loro musealizzazione. Ma questo non esclude che possano trovare una loro collocazione anche le opere d’arte contemporanea; le due cose possono convivere - ha dichiarato il Soprintendente Luca Rinaldi -. Dai lavori che stiamo portando avanti emerge che il Castello non ha solo la sua parte medievale ma anche questo importante scavo romano». Per ora questi ritrovamenti si possono solo osservare dall’alto, dalle aperture nelle mura all’ombra della torre Mirabella, ma in futuro l’area potrebbe essere resa fruibile a tutti. Sempre che Comune e Fondazione Brescia Musei sposino la proposta della Soprintendenza.
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