Tra religione e proverbi: che cos'è la Candelora
«San Pàol ciar, scüra la Candelòra, 'l’inverno nò 'l fa piö pòra»
(San Paolo sereno e Candelora piovosa l'inverno non fa più paura)
Il vecchio proverbio bresciano sembra predirci che l’inverno voglia ancora del tempo per riscattarsi. Il 25 gennaio è stata la festa della conversione di San Paolo e su Brescia scendeva la pioggia; e anche oggi, giorno della Candelora, il meteo non ci ha risparmiato il disagio dell’ombrello.
Il 2 febbraio è il giorno della Candelora dal latino «festum candelarum». Per la tradizione cristiana è la celebrazione della presentazione di Gesù al Tempio. Infatti, per la legge giudaica, ogni primogenito doveva essere presentato al Tempio di Gerusalemme. È anche la festa della benedizione delle candele, simbolo della luce di Cristo che illumina le genti; i ceri vengono benedetti prima di essere accesi e portati in processione.
In passato si credeva che la candela benedetta dalle mani del Sacerdote venisse investita di poteri curativi: quando qualcuno soffriva di mal di gola, venivano incrociate le candele sotto la gola dell’ammalato, e pezzi di cera sciolti in un cucchiaio d’ottone erano usati per curare i geloni o il Fuoco di Sant’Antonio. Il cero benedetto veniva anche appeso sopra il letto o chiuso nei cassetti per scacciare influssi maligni. Inoltre poteva essere acceso alla nascita di un bambino per augurargli una sana crescita o in caso di malattie in famiglia pregando per la guarigione.
La festività del 2 febbraio è celebrata anche dalla chiesa ortodossa, da alcune chiese protestanti ed è legata a tradizioni pagane precristiane. In passato accadeva che, in presenza di calamità, di epidemie, o nella speranza del ritorno di qualcuno partito per un viaggio, si accendevano dei ceri per ingraziarsi le divinità. Strettamente legata alla cristiana Candelora è l’antica festa celtica di Imbolc, che segnava il passaggio tra l'inverno e la primavera; veniva festeggiata il 2 febbraio, ed era celebrata accendendo lumini e candele. La festività era in onore della luce, aspettando l’allungamento delle giornate, nella speranza per l'arrivo della primavera.
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