The Crowsroads: «Amiamo i suoni che sanno di legno»
Prende sempre più consistenza il disco che The Crowsroads stanno registrando allo studio MacWave di Paolo Costola, al Villaggio Sereno.
I fratelli Corvaglia (Andrea ad armonica e voce, Matteo a chitarra acustica e voce) stanno infatti costruendo con cura certosina, insieme a un bel gruppo di strumentisti e tecnici, il loro primo album non autogestito e di inediti, salvo la cover magnificamente rivisitata di un gran pezzo dei La Bionda. Tra le pieghe di «un affascinante work in progress» - così ce lo hanno descritto, con lo stupore della giovane età ma pure con la consapevolezza artistica acquisita attraverso centinaia di concerti in giro per l’Italia - i due non rinunciano né agli studi universitari (solo un po’ rallentati) né ai live, con in programma la partecipazione al Pistoia Blues e ad altre date nazionali già fissate.
L’esperienza in sala di registrazione procede, invece, sotto lo sguardo protettivo dei produttori artistici Paolo Salvarani e Antonio Giovanni Lancini, al loro fianco fin dall’inizio dell’avventura. Assai positive le prime sensazioni dei Corvaglia Brothers: «Abbiamo aspettative alte - ci rivela Andrea - anche in virtù dei professionisti coinvolti, che solo in parte conoscevamo di persona. C’è parecchio lavoro ancora da fare, ma l’impegno quotidiano si sta dimostrando appagante».
Impegno che li porta a interagire, di volta in volta, con i protagonisti delle diverse sezioni strumentali: Phil Mer a batteria e percussioni; Andrea Gipponi al basso; Michele Bonivento a organo Hammond, piano e tastiere; Michele «Poncio» Belleri alle chitarre; lo stesso Lancini a mandolino e arrangiamenti.
È Matteo a spiegarci che «avevamo un particolare suono in testa, e i musicisti sono stati scelti di conseguenza: ciò che sta emergendo è frutto dell’apporto di sensibilità diverse, che non lo rendono magari sovrapponibile a quello immaginato, ma comunque in armonia con esso». Quale sia, questo sound, ce lo raccontano all’unisono, ed è spiegazione immaginifica, che chiama in campo più di un senso: «Amiamo i suoni essenziali, quelli che sanno di legno, con i vuoti accanto ai pieni».
Quanto abbiamo ascoltato al MacWave rende giustizia delle attese, sebbene si tratti di lavoro in corso: frammenti ancora grezzi e pezzi avanti nella crescita, suoni entusiasmanti allo stadio prodromico e altri già levigati senza smarrire in carica genuina. L’impressione (gratificante) è che The Crowsroads stiano costruendo un disco che sia insieme classico e indie; che rispetti le radici e gli amori musicali di Andrea e Matteo senza trascurare che essi sono figli del proprio tempo; che abbia un anima blues e un cuore universale. Natale, un singolo in regalo? Per scoprire se sia davvero così, dovremo attendere il 2019. Ma forse un singolo sarà apprezzato regalo di Natale.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato