Termikanov e l'orchestra di San Pietroburgo: pura gioia
Spettacolare concerto al Teatro Grande per il Festival Pianistico. Consegnato a Termikanov il Premio Michelangeli.
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La Filarmonica di San Pietroburgo si schiera sul palco del Grande, ieri sera, per il penultimo concerto del Festival. L’organico è impressionante (dieci contrabbassi!). Arriva il Primo Violino, riceve gli applausi, fa accordare ed ecco il direttore Yuri Temirkanov, accolto con entusiasmo. Si gira, raccoglie le mani a preghiera, dà l’attacco, come al solito senza bacchetta, e giungono le prime note di «Francesca da Rimini».
Il poema sinfonico di Ciaikovsky è un pezzo spettacolare, strumentato meravigliosamente, che Temirkanov guida con passione: l’orchestra sembra immedesimarsi nella visione infernale, sonorità cupe punteggiate da interventi degli strumentini come gemiti, fuochi fatui. L’entrata dei violini è travolgente come un vento di tormenta... molto russo, tipicamente ciaikovskiano. Anche se in questa partitura il compositore guarda a Liszt e, verso la fine, a Wagner, si colgono citazioni, più o meno volontarie, di sue opere (come il primo Concerto per pianoforte), del suo paesaggio e del suo personalissimo mondo interiore. Ed inconfondibile è il trattamento della melodia del clarinetto che, come un recitativo, introduce il vasto sviluppo: è la melodia di Francesca, seduttiva, di una sensualità che si propala all’orchestra, agli strumentini, ai violini, emanando vaghezza, quasi letizia finché i temi lugubri ritornano, nella ripresa, come quel vento, inesorabile. Un’esecuzione straordinaria, grande Temirkanov a dare unità al poema sinfonico, con un fraseggio lucidissimo teso ad un’espressività continua.
Il concerto prosegue con la «Rapsodia su un tema di Paganini» per pianoforte e orchestra di Rachmaninov, solista il giovane Lukas Geniušas, bravissimo. È questa una delle opere più moderne di Rachmaninov, nella quale accoglie suggestioni jazz, ed è tremenda anche per l’assieme fra pianoforte e orchestra, spesso con il singolo strumento concertante. Ottimo l’affiatamento, eccellente, interessantissima l’interpretazione di Geniušas, che naturalmente è un virtuoso, ma gioca di leggerezza, non è mai massiccio, anzi, ha bellissimo suono e certe finezze dinamiche sono da pianista maturo. Il pubblico si scatena e lo applaude a lungo, ottenendo un bis. Speriamo di risentirlo.
Dopo che il sindaco Emilio Del Bono ha consegnato il Premio «Arturo Benedetti Michelangeli», della Fondazione Cab, al maestro Temirkanov (che ringrazia in italiano e bacia la presentatrice), l’orchestra si lancia in «Petruska» di Strawinsky: una festa, un teatro di suoni e colori, una gara di bravura. Pubblico in delirio, due spiritosi bis per una serata da ricordare.
Fulvia Conter
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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