Cultura

Teo Teocoli, Capodanno a Brescia: «Vi faccio brindare con Caccamo»

Enrico Danesi
Il comico sarà protagonista del San Silvestro al Teatro Clerici: tre ore di divertimento tra musica, aneddoti e imitazioni
Il comico Teo Teocoli
Il comico Teo Teocoli
AA

Un San Silvestro con Teo Teocoli. Che poi significa poter passare alcune ore in compagna di Felice Caccamo, Peo Pericoli, Cesare Maldini, Adriano Celentano, Ray Charles e altri personaggi, perché il trasformismo del comico di origine tarantina adottato da Milano (e tifosissimo del Milan) è senza confini e segue l’ispirazione del momento. Le cose certe sono il titolo, il posto e l’ora: dunque «Tutto Teo», speciale di Capodanno al Teatro Clerici di Brescia, alle 22.30 del 31 dicembre 2024 (biglietti da 54 a 72 euro + commissioni; info su www.zedlive.com).

Abbiamo intervistato Teocoli, ottant’anni il prossimo 25 febbraio, divertentissimo anche al telefono.

Teo, c’è una scaletta in questo one man show o seguirà l’estro del momento?

Nessuna scaletta precisa, ma un viaggio di tre ore dentro una parte del mio percorso professionale, in cui ho fatto di tutto, e che richiamo nel prologo, per poi riprendere alcuni dei miei personaggi. In carriera ho puntato sulla varietà, sempre divertendomi, con i Quelli (da cui esce nel 1967, e che poi diventeranno la Premiata Forneria Marconi, ndr), al Derby di Milano, con tanto cabaret e tanta tivù (da «Striscia la notizia» a «Scherzi a parte», da «Quelli che… il calcio» alla Gialappa’s Band, da «Faccia tosta» al Festival di Sanremo, ndr).

Ci sono anche canzoni…

Cerco di proporre un mix di quelle belle italiane, e vedo che alle gente la formula piace. Tendo a chiamare sul palco tre persone per farmi da coro, come in «Pregherò». In generale, le canzoni di Celentano piacciono sempre.

A proposito di Celentano, nei mesi scorsi c’è stato un botta e risposta tra vecchi amici…

Ho fatto una battuta durante una trasmissione televisiva, ed è scoppiato un casino. Ho detto semplicemente: «Forse è morto, visto che non mi risponde al telefono da due anni». Ovviamente era un modo di dire, della serie «Non mi hai più chiamato, pensavo che fossi morto». Si è arrabbiato, ha replicato in un modo che mi ha lasciato basito («Non essere triste, non ti rispondo al telefono perché ti voglio bene», ndr), forse perché ha perso il contatto con la realtà che invece una persona di spettacolo non dovrebbe mai smarrire. Ad ogni modo, tranquillizzo tutti: Celentano non è morto.

I personaggi che ha creato e quelli che ha imitato sono una galleria per certi versi memorabile. Tra i primi, è Caccamo il suo preferito?

Credo che sia il più grande, una macchietta vivente che fa ormai parte (e non lo dico io) della storia di Napoli.

E tra le imitazioni, a quale è più affezionato?

Senz’altro Cesare Maldini. L’idea nacque su un campo da calcio dopo un allenamento, osservando Cesare, che è stato un grande amico, recuperare un pallone, con quella sua andatura inconfondibile. Ci ho messo una parrucca, la voce balbettante e l’urlo «Vaiii, vaiii, Paolino»: è diventato un tormentone, la gente mi fermava per strada. Ma quanto si è arrabbiato Cesare, la prima volta che l’ho imitato in tv…

Ha ricordi bresciani che durano nel tempo?

Tante serate di spettacoli e una partita al Rigamonti sotto il diluvio, di cui rammento Rivera che prende il pallone, lo alza e si fa trenta, quaranta metri palleggiando per aria, senza mai far cadere la palla. Alla fine, partita interrotta e tutti a mangiare il pesce.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.