Cultura

Tedua, il rapper animalesco a Corte Franca con «Mowgli»

Lo show milanese ha registrato il sold out. «Più capisco l’uomo, meno desidero esserlo»
Tedua, uno dei fenomeni del momento - © www.giornaledibrescia.it
Tedua, uno dei fenomeni del momento - © www.giornaledibrescia.it
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È il «Mowgli Summer Tour 2018» quello che fa tappa nel Bresciano oggi nella festa Bsmnt al Number One di Corte Franca, in via Provinciale. I biglietti vanno dai 18 ai 23 euro. Per info: www.mailticket.it.

Il protagonista è il (t)rapper Tedua, uno dei personaggi di spicco della scena del momento. A maggio Tedua ha messo in mostra il suo spettacolo a Milano, in un Fabrique sold-out. Accompagnato dal producer Chris Nolan, ai piatti in una console sopraelevata dietro il led-wall che rimanda scene metropolitane, il rapper genovese ha presentato il concept di «Mowgli», album pubblicato a marzo, dando il via al suo lungo flusso di coscienza proprio dalla traccia d’apertura del disco, «Sangue misto».

Parte così un’ora e quaranta tra confessione e fantasia, con pochi respiri e grande coinvolgimento del pubblico, al quale l’artista si rivolge con massime filosofiche e genuine espressioni di affetto. Un sentimento ricambiato dai presenti, che saltano e ripetono a squarciagola le tortuose rime romanzesche e autobiografiche di Tedua anche sulle successive «3 Chances» e «Rital».

Per Tedua questo si tratta di un disco di transito: dalla strada alla maturità. Così Tedua, al secolo Mario Molinari, ha descritto il nuovo album. L’lp vede il rapper di nuovo al fianco di Chris Nolan, che produce le 14 tracce tra influssi di trap francese («Dune») e Anni 80 («Acqua»), tessiture sintetiche («Sangue misto») e chitarre («Vertigini»). Su questi beat dalle tinte scure Tedua dispiega il suo flow retorico, anticonvenzionale nel ritmo, spesso simile a flussi di coscienza: «La mia musica nasce per stupire, non per essere capita - professa il cantante -.

Non per questo i pezzi sono slegati tra loro: c’è un filo che li unisce, e sono io che riporto la realtà, è uno storytelling di storie vissute in prima o in seconda persona». L’idea di una voce collettiva è alla radice dell’album, fin dal concept: «Mowgli è il ragazzo che si arrangia nel branco e rincorre il suo progetto nella giungla urbana dove si è prede, o predatori, dove gli sbalzi climatici sono anche sbalzi d’umore. Ma Mowgli è anche quello che dice "Più capisco cos’è l’uomo, più voglio essere animale", un cucciolo che a un certo punto deve dimostrare di essere forte come lupo solitario».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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