Cultura

Teatro Sociale, meraviglioso Luca Micheletti come cupo «Misantropo»

Elisabetta Nicoli
Fino all’8 dicembre a Brescia va in scena l’opera di Molière con un incantevole allestimento: la recensione
Luca Micheletti, misantropo al Sociale
AA

Cupo in disparte, «Il misantropo» Alceste è in contrasto perfino con il suo unico vero amico, il diplomatico Filinte che pur apprezzandone i principi smussa i rigori, ostacoli alla vita sociale. Spicca l’abito scuro del primo, nella sinfonia di colori che si muove intorno, espressiva di un mondo votato all’esteriorità.

Filinte è in grigio e sarà per lui il lieto fine con la conquista del cuore della bella Eliana che invano aspirava ad Alceste, cupo e solo alla fine come in principio, in questa incantevole rappresentazione del capolavoro di Molière che resta in allestimento al Teatro Sociale fino a domenica 8 dicembre.

Scena e traduzione

Una gioia per la vista e per l’udito, nel volteggiare degli abiti in una scena evocativa senza inutili orpelli e nel testo in versi settenari, restituito all’incanto originario dalla traduzione di Valerio Magrelli. In collaborazione hanno messo mano al progetto per il Teatro Franco Parenti la regista Andrée Ruth Shammah e l’attore Luca Micheletti, che proprio qui nella sua città riceverà il 7 dicembre, prima dell’inizio dello spettacolo, il Premio Franco Enriquez per la sua meravigliosa interpretazione. Una compagnia brillante dà vita a uno spaccato sociale di quattro secoli fa, che rimanda a difetti di sempre e di oggi: ipocrisia e superficialità e un omologante misconoscimento dei meriti.

Commedia umana

Alceste è un censore iracondo e suona invano per lui il monito di Molière ad «essere saggi con moderazione». Saggio non è in amore, preso com’è da passione possessiva per la giovane ed esuberante Célimène, ben resa da una vivace Marina Occhionero.

Alceste guarda ai difetti altrui e nel suo bisogno di autenticità senza sconti si chiude in un mondo a parte, incapace di rapportarsi all’umanità che lo circonda. Ben rappresentata da una pluralità di caratteri: l’amico condiscendente, il poeta vanaglorioso e vendicativo, la delicata Eliana e la puntigliosa Orsina, i vanesi uomini di corte, i servitori che occhieggiano e raccolgono parole e allusioni. Di difetti e virtù è intessuta la commedia umana.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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