Al Teatro Grande ci vanno sempre più persone

Nel 2024 il teatro di Brescia ha registrato il record storico per numero di abbonamenti alla stagione di Opera e Balletto, ma non è l’unico dato molto positivo
Bodies on Glass, spettacolo al Teatro Grande - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Bodies on Glass, spettacolo al Teatro Grande - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Che con la cultura non si mangi è uno stereotipo ormai superato, e a Brescia uno degli attori che interpretano un ruolo significativo in questo senso è il Teatro Grande di corso Zanardelli.

Il bilancio presentato a inizio 2025, con i dati relativi al 2024, lo mostra bene, a partire da un fatto significativo: nell’ultimo anno la Fondazione del Teatro Grande ha assunto due nuove persone a tempo indeterminato, aumentando i posti di lavoro e non diminuendoli rispetto a quelli dell’anno precedente, che era appunto l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Se in quel caso l’incremento di personale era prevedibile, non lo era nel caso del 2024. Perché per quanto le istituzioni e l’Amministrazione abbiano sempre parlato di «lascito della Capitale», non è scontato che questo si realizzi concretamente.

Aumentano gli spettatori

Presentando il bilancio del 2024 il presidente della Fondazione del Teatro Grande, Franco Bossoni, ha parlato addirittura di «migliori risultati di sempre». E un dato che lo conferma è quello sugli abbonamenti per la stagione Opera e Balletto: con 1065 tagliandi (l’11% in più rispetto al 2023), rappresenta il record storico. «Non è un numero raggiunto negli anni Cinquanta del Novecento, ma nel 2024», sottolinea il sovrintendente Umberto Angelini, che nel 2024 è stato riconfermato per altri cinque anni. «Significa che il Grande riesce a rendere attrattiva la tradizione».

Se dunque l’obiettivo del 2024 era consolidare i numeri del 2023, il goal è stato raggiunto e in parte superato. Sia in numeri assoluti, dato che sono aumentati di circa 400 unità gli spettatori totali, sia in numeri relativi, come per esempio quelli che riguardando le visite alla struttura, che sono diminuiti (da 54mila a 52mila), ma solo a fronte di una diminuzione dei giorni di apertura del teatro. Se nel 2023 sono state 173 le giornate di apertura, nel 2024 se ne sono registrate 131, «ma la presenza giornaliera è aumentata del 27%. Rispetto al 2019, poi, l’incremento di visitatori e spettatori è del 25-30% in più. Ora siamo in fase di assestamento», sottolinea Angelini leggendo i dati.

Il turismo culturale

I dati rapportati al 2019 «sono ancora più incoraggianti», aggiunge la sindaca Laura Castelletti (che è anche presidente onoraria della Fondazione), riferendosi al +26% di spettatori e visitatori. «Risultati ottenuti con una pandemia di mezzo», ha ricordato.

Secondo lei il successo ha due ragioni, ovvero le due direttive che la direzione artistica ha seguito in questi anni. La prima è quella del focus sul turismo culturale di Brescia, città che, come sottolineano tutti, risente positivamente anche del lavoro del teatro; e poi l’inclusione sociale, dato che il Teatro Grande da tempo pone forte attenzione alle fragilità coinvolgendo ogni tipo di spettatore in teatro. «A questo proposito sono circa 3000 le persone che accedono ai servizi culturali potenziati per le diverse disabilità», chiarisce Angelini.

Il pubblico e l’indotto

Il pubblico, più in generale, è peraltro giovanissimo: gli under30 sono il 33% del totale, ovvero circa 18mila. «Fino a poco tempo fa era un sogno», sottolinea il sovrintendente. «Oggi invece il Teatro Grande ha appeal sulle nuove generazioni e questo si riflette sulla città. Sabato 892 persone hanno partecipato al primo appuntamento del ciclo “Lezioni di storia”: è una platea che dimostra che l’intuizione della Capitale della Cultura non è stato un fatto isolato. La sfida è stata vinta: Bergamo Brescia resta una capitale della cultura. Per noi del teatro è stato un modo di consolidare un trend e accelerare dei risultati».

Risultati che non restano solo nelle tasche del Teatro Grande. «Prima di tutto la cultura crea posti di lavoro, restituendo alla comunità ciò che la comunità dà al teatro, come mostrano le due assunzioni», spiega sempre Angelini. «Inoltre, la Fondazione restituisce alla città 300mila euro all’anno tra prenotazioni in alberghi, ristoranti e acquisiti nelle attività commerciali. Perché chi viene a teatro – anche dalla provincia e da fuori provincia – poi spende in città. L’indotto è concreto», afferma. «In linea con il 2023, a questo proposito, sono gli oltre 880mila euro spesi per i fornitori non artistici tra Brescia e provincia. La cultura è un moltiplicatore economico. Ogni euro che la Fondazione riceve crea valore nella quotidianità del territorio provinciale».

La danza

Una performance nel Ridotto del Teatro Grande - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Una performance nel Ridotto del Teatro Grande - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Anche sulla danza contemporanea, fanno sapere, il teatro è soddisfatto. «Ormai ci siamo assestati su una programmazione che conta tra i 15 e 17 titoli all’anno», dice Angelini. «Nel 2024 abbiamo anche declinato il meccanismo della Grande Notte del Jazz alla danza, proponendo tre spettacoli in tre sale. Ha funzionato: stiamo capendo anche se riproporlo nella seconda parte dell’anno. Alla serata con due appuntamenti aggiungeremo un terzo titolo».

I prossimi progetti

  • SPETTACOLI BRESCIA TEATRO GRANDE CONFERENZA STAMPA RESTAURO SALONE DELLE STATUE NELLA FOTO MOMENTI DELLA CONFERENZA STAMPA 14/11/2024 newreporter©favretto
    La volta dipinta della Sala delle Statue - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • SPETTACOLI BRESCIA TEATRO GRANDE CONFERENZA STAMPA RESTAURO SALONE DELLE STATUE NELLA FOTO MOMENTI DELLA CONFERENZA STAMPA PANORAMICA VOLTA 14/11/2024 newreporter©favretto
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A decretare i numeri non sono state peraltro particolari iniziative, secondo la Fondazione. Piuttosto, la carta vincente è la fidelizzazione del pubblico, creatasi negli ultimi anni con una linea ben precisa che piano piano è stata consolidata e che continuerà a consolidarsi nei mesi a venire.

Oltre alla grande serata della danza, probabilmente replicherà anche «Pensieri verticali», la rassegna dedicata alla montagna. «E poi parteciperemo al Piano strategico per la cultura del Comune di Brescia aumentando la presenza nelle aree periferiche della città, non solo in veste di organizzatori ma anche come tutor per giovani realtà del territorio», anticipa Angelini.

Continueranno anche i lavori di restauro: «Ormai il teatro è un cantiere permanente, cercheremo di completare ogni anno qualcosa. Prima di tutto il Ridotto, che va sistemato a causa delle infiltrazioni e i cui lavori speriamo terminino nel 2025. A seconda di come andrà, si penserà ad alcune aperture estive con mostre proprio nel Ridotto».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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