Cultura

Sul Cidneo la porta di Sant'Eusebio nelle mura di Brixia

La sola porta delle mura romane giunta a noi si trova a pochi passi dal monastero di San Pietro in Oliveto, sulla salita per il Castello
  • La Porta di Sant'Eusebio nelle mura di Brixia, alle pendici del Cidneo
    La Porta di Sant'Eusebio nelle mura di Brixia, alle pendici del Cidneo
  • La Porta di Sant'Eusebio nelle mura di Brixia, alle pendici del Cidneo
    La Porta di Sant'Eusebio nelle mura di Brixia, alle pendici del Cidneo
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  • La Porta di Sant'Eusebio nelle mura di Brixia, alle pendici del Cidneo
    La Porta di Sant'Eusebio nelle mura di Brixia, alle pendici del Cidneo
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Chissà se anche per i gli antichi residenti di Brixia il Cidneo poteva essere meta di rilassanti passeggiate o di fughe dalla canicola estiva. Certo il colpo d’occhio sulla città a ridosso del I secolo d.C., quando cioè quest’ultima fu dotata di un nuovo e sontuoso Foro e interessata da significativi interventi di riqualificazione, doveva essere ben diverso da quello al quale siamo ora abituati.

Eppure qualcosa è rimasto se non immutato, quantomeno rintracciabile senza troppa difficoltà. Cisternetta o partitore che fosse, quel che resta dell’acquedotto romano su quelli che oggi sono i tornanti di via Brigida Avogadro, non è il solo retaggio di Brixia che nel breve volgere di pochi metri si incontra risalendo verso il Castello dal lato di piazzale Arnaldo. Basta infatti spingersi  a ridosso del monastero di San Pietro in Oliveto per scorgere evidentissimi i resti della antica porta di Sant’Eusebio, la sola di epoca romana ad essere giunta a noi.

Il nome (chiaramente successivo, di epoca medioevale) si deve al fatto che da quella porta spalancata verso nord nella cinta muraria di Brixia si dipartiva il percorso che conduceva verso le Coste omonime, complice il fatto che le pendici del Cidneo erano ancora un tutt’uno con la Maddalena e i Ronchi, prima che - una dozzina abbondante di secoli più tardi - i Veneziani decidessero di asportare la cosiddetta sella della Pusterla per rendere ancor più inespugnabile il Castello cittadino.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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