St. Vincent: «David Byrne è un gigante»

«Love this Giant», ovvero «Ama questo gigante». Nel titolo del progetto che vede uniti la songwriter americana St. Vincent e la leggenda del rock sperimentale David Byrne, si potrebbero leggere due significati: la consapevolezza di aver realizzato insieme qualcosa di grande e tutta l’ammirazione che la cantante, compositrice e polistrumentista ex Polyphonic Spree - al secolo Annie Erin Clark - nutre per il «gigante» che fondò i Talking Heads.
Il disco verrà presentato in anteprima italiana lunedì 9 settembre, alle 21.15 al Vittoriale di Gardone Riviera nell’ambito del festival «Tener-a-mente». Esaurite le poltronissime, restano posti in platea numerata e in gradinata numerata (75 euro), in platea laterale (65 euro), in gradinata «libera» (53 euro) e un centinaio di posti a 29 euro in una gradinata aggiunta in queste ore per la grande richiesta. Ai prezzi va aggiunta la maggiorazione per i diritti di prevendita. Per informazioni www.dalessandroegalli.com, www.anfiteatrodelvittoriale.it.
La collaborazione tra la Bella e la Bestia della sperimentazione (che nella copertina del disco si scambiano i ruoli fiabeschi, lei quasi ferina e lui raffinato ed elegante) ha radici lontane. «Ci incontrammo per un appuntamento benefico - racconta St. Vincent -. Poi ci rivedemmo e decidemmo di misurarci su un progetto comune».
Il punto d’incontro, la svolta e la password per entrare nell’universo di «Love This Giant» sono gli ottoni. Sul palco del Vittoriale ce ne saranno ben otto, con un tastierista e un batterista, per ricreare il suono di un disco che l’Indipendent non esitò a definire un «classico istantaneo» del funk.
«Il primo livello di lavorazione fu portato avanti separatamente. Entrambi ci siamo mossi nella sfera privata delle nostre case e dei nostri studi - spiega la Clark -. Le idee passavano da un computer all’altro senza sosta: un andirivieni creativo di e-mail. Poi arrivò il momento di sovrapporre il frutto di quel lavoro, e qui arrivarono gli ottoni. Un’esperienza davvero elettrizzante».
Uscito il disco, poi, un anno fa è iniziato un lungo tour che ha portato il duo St. Vincent-Byrne (due «freak», come amano definirsi, tra cui sussiste un gap di trent’anni secchi) dal Nord America all’Australia e all’Europa, dove sono approdati il mese scorso. Una tournée che per St. Vincent ha rappresentato una favolosa chance per studiare e conoscere ogni dettaglio di Byrne: «David - racconta la cantautrice - è una persona immensamente curiosa e dentro di sé ha tutta l’energia di questo mondo. Viaggiare al suo fianco è un’esperienza stimolante. Vuole visitare ogni cosa, entrare in ogni museo... ».
Sul palco, sempre secondo la 31enne musicista di Tulsa, Oklahoma, tra lei e Byrne si scatena una particolare reazione chimica. «Durante lo show - racconta - il feeling tra noi è eccellente, quasi come se ci completassimo a vicenda». Al Vittoriale «presenteremo gran parte di "Love This Giant" - prosegue St. Vincent - e arricchiremo lo show con brani del mio catalogo e composizioni di David. Tra queste anche pezzi dei Talking Heads».
Il concerto, primizia in Italia, potrebbe anche essere l’unica occasione per godere della sovrapposizione della Bella e la Bestia. Perché «questo progetto - conclude la Clark - è un unicum. Non abbiamo nuove collaborazioni all’orizzonte. Anche se, a dirla tutta, ci troviamo così bene che... ».
Daniele Ardenghi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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