Sopra la Loggia e il viaggio del piroscafo «Zanardelli»: in edicola il nuovo Biesse
La grande «carena» che copre il palazzo della Loggia, il «fenomeno Lumezzane» urbanistico oltre che economico, la lunga storia del piroscafo Zanardelli sulle acque del Garda, la nascita dello zoo di Brescia a partire dal circo. Sono alcune delle storie raccontate dal nuovo numero, il ventesimo, di «Biesse», il periodico trimestrale edito dalla Fondazione Negri e dedicato alla storia della provincia bresciana.
Il fascicolo sarà in edicola da dopodomani, venerdì 12 gennaio, in abbinamento con il Giornale di Brescia, a 8 euro più il prezzo del quotidiano. In apertura, l’editore Mauro Negri e il direttore Marcello Zane sottolineano che la rivista «festeggia il traguardo della doppia decina proponendo ancora una volta un viaggio in città e nel territorio» facendo propria la constatazione di Marcel Proust: «Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi», ovvero «gli occhi della storia», «nel costante confronto fra ieri e oggi».
I due volti della Loggia
Non a caso, la copertina offre un’immagine combinata della Loggia di Brescia: sul palazzo municipale - costruito tra il 1492 e il 1575 - appaiono infatti sia l’attico creato da Vanvitelli nel 1769, sia la cupola in piombo del 1914. Impressionanti le immagini che ne documentano il cantiere e la struttura: travi di legno per quasi 291 tonnellate, e lastre di piombo per altre 84.
Dal capoluogo alla Valgobbia, l’evoluzione del «fenomeno Lumezzane», dal Cinquecento degli Avogadro che impedivano agli abitanti di uscire dai confini nel timore che divulgassero le conoscenze tecnologiche, al Novecento dell’arrivo dell’elettricità, quando l’industria armiera si convertì a casalinghi, valvolame, rubinetteria.
Attraversa il Novecento anche la storia del piroscafo Zanardelli, gioiello Liberty varato nel 1903 per il servizio postale e viaggiatori da Peschera a Riva del Garda, allora austriaca, poi convertito a nave militare nella Grande Guerra, infine tornato «civile» e turistico, anche grazie al restauro del 2019.
E che dire della storia dello zoo di Brescia? Quanti sanno che i primi ospiti furono due leoni donati dal Circo Togni all’allora sindaco Bruno Boni, e battezzati Ciro (in omaggio al primo cittadino) e Brescia? Smantellato lo zoo, ora anche il circo non si avvale più degli animali, ma le immagini raccontano di una tradizione che all’epoca ammaliava grandi e piccini.
Scuola e impresa
Ma sono ancora tante le curiosità offerte dalla rivista. Il confronto tra «ieri e oggi» si concentra sull’angolo cittadino tra via Pace e corso Palestro, che prima dell’apertura di piazza Vittoria era l’arteria principale d’attraversamento della città da ovest a est.
Per «La città che cambia» si racconta dell’Officina Romano di via Ugoni, dai primi veicoli a motore all’Alfa Romeo; poi le origini della torre Mirabella in castello, antico campanile della chiesa di S. Stefano in Arce, e il reportage sulla scuola delle Orsoline di via Bassiche del 1938, anno di apertura del Ginnasio. Focus sull’«impresa bresciana» con l’Istituto revisione e Consulenza Trasporti «Argon» nato nel 1895, mentre la «Provincia dinamica» spazia da Pisogne con l’Albergo Posta, al ponte sul Mella di Villa Carcina, sorto nel 1948 e fino al 1954 percorso dal tram, al Santuario di Carpenedolo, celebre per la sua «terrazza» panoramica.
La gita «fuori porta» arriva a Malcesine, sulla sponda veronese del Garda, mentre il personaggio bresciano è Vittorio Trainini, autore della decorazione di oltre 100 chiese del Bresciano. E il design? Prima dell’avvento del frigorifero, le ghiacciaie erano veri e propri componenti d’arredo che non potevano mancare in cucina.
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato