«Sogni capovolti»: piazza Loggia raccontata a Milano
L'opera di Martina Rocchi e Alessandro Mascia questa sera inaugura a Milano la XXIV edizione di «Invideo»
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Aveva colpito il pubblico bresciano per la forza dei simboli: la pioggia che sale verso l’alto e gli ombrelli rovesciati. Un mondo alla rovescia che bene interpretava l’orrore e l’insensatezza di una bomba che scoppia in piazza Loggia, in mezzo alla folla, mietendo vittime innocenti.
«Sogni capovolti», l’audiovideoinstallazione di Martina Rocchi e Alessandro Mascia, realizzata in collaborazione con la fondazione Teatro Grande e Brescia Musei, era stata mostrata in anteprima per il quarantesimo anniversario della strage di piazza Loggia e questa sera inaugura a Milano la XXIV edizione di «Invideo», la mostra internazionale di video e cinema «oltre» che si tiene, da oggi al 9 novembre alla Fabbrica del vapore, in via Procaccini 4 a Milano.
Il titolo dell’installazione riprende quello dell’opera di teatro musicale di Mauro Montalbetti, Marco Baliani e Alina Marazzi, dedicata anch’essa al ricordo della strage di piazza Loggia, «Il Sogno di una cosa» che andrà in scena al Piccolo Teatro dal 6 al 9 novembre.
Pensato come ideale prosecuzione e appendice dell’opera, «Sogni Capovolti» è la rappresentazione in simboli di una piazza capovolta allestita nella Sala delle Colonne alla Fabbrica del Vapore. La piazza è raffigurata da un soffitto di ombrelli, appesi dalla parte del manico, aperti ed usati come schermi di proiezione. Otto di essi, neri, sono esclusi dalle proiezioni: traforati a mano e illuminati dall’interno, sono solo un ricordo, un delicato riferimento alle otto vittime della tragedia del 28 maggio del 1974. Gli ombrelli-schermo sono raccoglitori di pensieri di ogni persona presente quel giorno con il proprio bagaglio emozionale.
Questi «bagagli» sono rappresentati da filmini in Super8, principale contenuto video dell’opera, a testimoniare un istante di vita in ciascun ombrello. La colonna sonora racconta la pioggia, silenzi, passi vuoti, violini stridenti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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