Cultura

Simona, la ballerina senza braccia incanta Brescia

Un pubblico variegato ha ammirato lo show tra ballo e pittura dell’artista senza braccia
  • Simona Atzori incanta il pubblico
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Il «volo senza ali» di Simona Atzori parla il linguaggio universale dell’abbraccio. Quello della «pelle d’oca», come lo chiama lei, con le gambe snodate e sinuose che diventano anche braccia e le dita dei piedi, mani, come corolle di un fiore pronto a sbocciare. Abbraccia i cuori di tutti, Simona, la ballerina nata senza braccia che giovedì sera ha intrattenuto il folto pubblico dell’Auditorium Balestieri per lo spettacolo motivazionale di danza e pittura «Volo senza ali. Cosa ti manca per essere felice?», introdotto da Barbara Zanini, Presidente dell’associazione culturale Il gomitolo di Villa Giulia, per il supporto di progetti di pedagogia waldorf-steineriana.

Piccoli e grandi, tutti ammirano «quei piedi che si muovono nell’aria alla ricerca di chissà che cosa»: roteano concentrici mentre ballano (alle volte con l’illusione che le «ali» spuntino magicamente, quando all’assolo di Simona si uniscono anche Beatrice Mazzola e Maria Cristina Paolini, per abbracciarla da dietro la schiena); si spostano all’insù, all’altezza del viso, mentre compiono un’altra danza ancora, quella del pennello sulla tela; gesticolano vorticosamente nell’aria e applaudono, anche, trasformandosi così nella punteggiatura silenziosa delle parole. Fanno tutto quello che le manca, le gambe e i piedi di Simona.

Eppure, la dolce ballerina dai lunghi capelli, reduce da un’«incredibile stagione artistica» - ha danzato con l’étoile della Scala al «Roberto Bolle and Friends», è stata Ambasciatrice della danza nel Giubileo del 2000, ha aperto le Paralimpiadi invernali del 2006 ed è entrata nelle case degli italiani, ospite della quarta serata di Sanremo - invita a sognare cambiando l’orizzonte del proprio sguardo. «Perché ci identifichiamo sempre con quello che non abbiamo, invece di guardare quello che c’è?», chiede con il candore di una bambina, mentre con l’alluce del piede si strofina il naso, seduta a gambe incrociata sulla cattedra al centro del palco. «Non importa se hai le braccia o non le hai - recita la sua voce nel video -. La diversità è ovunque; è l’unica cosa che ci accomuna tutti». Con Simona scopriamo che non ci manca proprio niente per essere felici; i limiti non esistono se negli occhi di chi ci guarda c’è lo sguardo dell’amore - il primo, per la ballerina, è stato quello dell’adorata mamma Tonina o lo sguardo puro dei bambini-filosofi. Per loro, Simona non è la ballerina senza braccia. Ma la ballerina con le «mani in basso».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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