Shirin e le sue sorelle: una mostra sulla battaglia per i diritti, dall’Iran al mondo

Cambierà format, ma continuerà a dar voce a chi attraverso la pratica artistica rivendica i diritti, la mostra che anche nell’autunno 2023, in Santa Giulia, proporrà una riflessione sull’attualità. Per la prossima edizione, Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei affideranno l’esposizione alla cura di Ilaria Bernardi, docente allo Iulm di Milano e curatrice del Progetto Genesi - Arte e Diritti Umani per l’Associazione Genesi di Milano.
Dottoressa Bernardi, cos’è il Progetto Genesi, com’è nato e con quali obiettivi?
Dal 21 settembre 2021 l’Associazione Genesi ha dato avvio un progetto itinerante, espositivo ed educativo, interdisciplinare e inclusivo, con edizioni annuali che includono ciascuna diverse tappe. In realtà, prende la forma di un vero e proprio museo itinerante che, con la propria collezione, con le proprie attività educativa e public program, si sposta di città in città con l’obiettivo di fornire un’educazione in tema di diritti umani. Progetto Genesi è la conseguenza del percorso verso l’educazione ai diritti umani intrapreso da Letizia Moratti, che nel 2020 ha istituito l’Associazione Genesi dotandola di una collezione d’arte contemporanea, selezionando opere d’arte di artisti di tutto il mondo, che riflettono sulle urgenti e spesso drammatiche questioni culturali, ambientali, sociali e politiche.
Qual è il suo ruolo?
Moratti ha sentito l’urgenza di far divenire quelle opere ambasciatrici dei diritti umani. Mi ha pertanto chiesto di pensare a un possibile progetto che rispondesse alla mission educativa dell’Associazione e della Collezione. Per me è stato subito chiaro che, per delineare un progetto davvero educativo, la sola mostra non sarebbe stata sufficiente: sarebbe stato necessario da un lato concepire un vero e proprio programma educativo, di pari importanza rispetto alla mostra, teso a fornire strumenti di conoscenza interdisciplinare sui diritti umani per coinvolgere il più ampio pubblico possibile; dall’altro lato sarebbe stato necessario attribuire all’esposizione alcuni aspetti fortemente simbolici/educativi: per essere davvero inclusivo, piuttosto che limitarsi a un’unica sede, il progetto avrebbe dovuto optare per un’itineranza, così da andare effettivamente incontro alle singole comunità e includere idealmente tutto il nostro Paese.
Nel vostro impegno su Arte e diritti umani, è stato naturale l’incontro con Brescia Musei, che ha all’attivo tre mostre di artisti dissidenti nel loro Paese (Zehra Dogan, Badiucao e Viktoria Lomasko)?
Certamente. La tappa di Progetto Genesi di questo anno nasce inoltre da un rapporto con Brescia Musei intrapreso nell’autunno 2021. Nel novembre di quell’anno, presentammo infatti Progetto Genesi durante il Festival della Pace organizzato dalla Fondazione Brescia Musei e demmo il nostro patrocinio alla mostra di Badiucao. Riteniamo utile poter creare collaborazioni con istituzioni di alto livello, come Brescia Musei, che come noi hanno intrapreso un’attività in relazione a urgenti e spesso drammatiche questioni culturali, ambientali, sociali e politiche di oggi.
Brescia sarà la terza tappa della mostra attualmente in corso a Genova. Ci sarà un progetto speciale?
La tappa a Brescia segnerà una vera e propria svolta all’interno di Progetto Genesi in quanto per la prima volta non saranno esposte soltanto artisti ed opere della collezione dell’Associazione, ma saranno esposte opere di artisti non ancora facenti parte della collezione, ma funzionali a delineare una mostra tematica dedicata alla condizione femminile, con un particolare focus sull’Iran.
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