Sarah Felberbaum: «Orgogliosa di poter narrare Tina Anselmi»
«Se vuoi cambiare il mondo devi esserci» diceva Tina Anselmi. Partigiana a 16 anni, sindacalista in difesa delle operaie, prima donna ministro in Italia (nel 1976), presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2. Spesso unica donna in un mondo maschile. La sua biografia è ora raccontata nel film «Tina Anselmi - Una vita per la democrazia», tratto dai libri «La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi», di Anna Vinci, e «Storia di una passione politica», della stessa Anselmi, ancora con Anna Vinci, la sua biografa ufficiale, che ha scritto anche il soggetto di quest’opera filmica.
Co-prodotto da Rai Fiction con Bibi Film, per la regia di Luciano Manuzzi, con Sarah Felberbaum che presta il volto e la voce al personaggio principale, il tv movie andrà in onda su Rai1 martedì 25 aprile, in prima serata. Nel cast anche il bresciano Antonio Piovanelli nel ruolo di Sandro Pertini; per l’attore di Lograto, così, un’altra partecipazione significativa, dopo essere apparso (solo per citare l’ultimo precedente) in «Esterno notte» di Marco Bellocchio.
«Tina Anselmi è stata un personaggio fantastico, romanzesco, a cui dovremmo poter assomigliare» racconta il regista: «Per tutta la vita ha lottato contro i soprusi, le ingiustizie, gli sprechi e la mancanza di tutele, che considerava come insulti insopportabili. Con la sua azione politica e ministeriale si è dedicata a colmare le mancanze di tutela, promuovendo ad esempio la legge sulle pari opportunità e la legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi. Al suo impegno si deve anche l’istituzione del Sistema Sanitario Nazionale, una tappa fondamentale per lo sviluppo della nostra Sanità pubblica».
E osserva: «"La democrazia va vissuta e partecipata", diceva Tina, che ha come cercato di rodare la Costituzione, provando la tenuta e l’efficacia dei suoi valori. A lei, insieme a molti altri, dobbiamo la nostra libertà. Provava gioia a occuparsi degli altri, delle loro necessità, e la sua perenne preoccupazione era come poterli aiutare. Intendeva la politica al servizio altrui e per me è la lezione più bella che ancora oggi possiamo cogliere di lei».
Sarah: quanto è stato complesso affrontare un personaggio che va dall’adolescenza a donna più che matura?
Prima di ogni cosa devo ringraziare tutti coloro che hanno creduto in me, in particolare Luciano Manuzzi che mi ha cercata per questo film. Finalmente avevo davanti un regista che mi permetteva di non lavorare sull’aspetto estetico: ho potuto prendere peso, cambiare il modo di camminare, trasformarmi... il che, per un attore, è un dono.
Cosa ha provato nell’interpretarla?
Una gioia infinita. Ho studiato tanto, ho letto tutti gli articoli su di lei, il libro di Anna Vinci... e mi sono innamorata follemente di questa donna, che è un esempio raro. E spero di ricordare qualcosa anche a chi la conosceva bene. Non potevo assomigliarle, ma ho lavorato sul suo spirito, sulla sua purezza, sulla forza e la determinazione nel non fermarsi mai davanti agli ostacoli. Mi auguro che questo film possa raccontare una donna straordinaria anche alle nuove generazioni e sono orgogliosa di poter narrare la storia di una donna come Tina Anselmi.
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