Santori Project: il concerto è in cuffia
Un’insolita veste per lo showroom di Saottini Auto, l’altra sera in città. Un pubblico folto (circa quattrocento persone) comodamente sedute ad ascoltare «in cuffia» il concerto che Bruno Santori ha diretto, insieme alla sezione archi dell’Orchestra Filarmonica Italiana e una nutrita band.
In cuffia, sì, perché lo spettacolo è stato un «silent concert», una performance musicale live che, anziché essere diffusa da altoparlanti, viene propagata da trasmettitori wireless direttamente nelle cuffie del pubblico, proprio come accade in studio, in fase di registrazione.
Tutto ciò non solo per stupire i presenti, ma soprattutto perché parte dei brani ascoltati e registrati durante la serata sarà parte del disco «Bruno Santori Project», che uscirà l’anno prossimo. La chiave del live è la rivisitazione di alcune canzoni rappresentative del pop italiano, oramai veri e propri classici.
Una rivisitazione che strizza l’occhio al mondo del jazz. È il caso di «Questo piccolo grande amore» o di «Vivo per lei», in cui la revisione ritmica e armonica è più evidente, brani in cui i due cantanti Chiara Calderale e Daniele Grammaldo hanno dato un’ottima prova, con timbro avvolgente e bella sintonia, sostenuti dalle voci di Tony Guerrieri e Stefania Martin. La serata ha visto anche la partecipazione del rapper e dj Bassi Maestro che, alla consolle, ha remixato «Nessuno», con un risultato ritmico brillante.
È poi la volta della bella cantante maltese Ira Losco, ospite di Santori, che ha interpretato «Almeno tu nell’universo» condividendo la scena con il bell’assolo di chitarra di Gianluca D’Alessio. Insieme a lui, musicisti di grande esperienza come Mimmo Sessa alle tastiere, il bassista Fabio Crespiatico e Marco Orsi alla batteria, che hanno trasmesso una bella sensazione di divertimento e condivisione.
Ultima chicca della serata di Santori, la reunion dei Daniel Sentacruz Ensemble con Mara Cubeddu, Rossana Barbieri e Gianni Minuti Muffolini presenti per l’ultima canzone, «Soleado», brano famosissimo che fece la sua apparizione sul lato B dello storico vinile di Ciro D’Amico per la Emi records. E se è vero che un concerto «silent» privilegia la dimensione intima dell’ascolto, favorendo un modo di vivere la musica individuale e solitario, è vero anche che l’altra sera, togliendosi le cuffie per un istante, alle parole «Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro» il coro era ristabilito, perché tutti, ma proprio tutti, cantavano insieme.
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