Sanremo: il festival del «whatever it takes» promette leggerezza
Qualcuno lo ha già ribattezzato il festival del «whatever it takes», da fare «ad ogni costo», mettendo in campo tutti gli sforzi possibili come quelli evocati nel 2012 dall'allora presidente della Bce Mario Draghi, oggi premier, per salvare l'euro dalle speculazioni. «Direi di sì, sarebbe stato un grave vulnus per il servizio pubblico non realizzarlo», afferma convinto il direttore di Rai1 Stefano Coletta. Anche perché Sanremo «non può risolvere i mali del mondo, ma regalare cinque serate di spensieratezza», ribadisce Amadeus.
È la vigilia del festival numero 71, l'edizione più insolita e più difficile di sempre, in un'Italia in ansia per la pandemia resa nuovamente aggressiva dalle varianti, e la Rai ribadisce che il suo compito «non è solo informare, ma anche regalare quote di evasione e leggerezza», nelle parole di Coletta.
«Quando Sanremo arriva, viene anatomizzato nei dettagli. Quest'anno non solo la stampa e la politica, ma chiunque ha scandagliato tutte le decisioni che riguardavano il Festival. In realtà siamo qui con la passione di sempre, da parte del direttore artistico e di tutta l'azienda, per realizzare una meraviglia, nel rispetto del protocollo sanitario più rigoroso», sottolinea ancora il direttore di Rai1, un «bellissimo spettacolo» pur «nella consapevolezza, nella misura e nella sobrietà del momento».
Anche il ministro della Cultura Franceschini, che ha fortemente voluto un'edizione senza spettatori in platea, oggi «promuove» il festival: «È giusto fare Sanremo, anche in questa situazione di pandemia. È un momento di leggerezza, una cosa positiva». Il pubblico in sala, però, «non si poteva consentire perché non si poteva fare eccezione per il teatro Ariston, le regole se ci sono devono essere uguali per tutti». «Nessuna polemica», commenta Amadeus. «Non ho avuto modo di sentire il ministro né mi ha chiamato. So che oggi ha detto "Viva Sanremo", sono contento, ma non ci siamo sentiti».«Credo si debba andare verso la normalità», aggiunge il conduttore e direttore artistico. «Saremo solidali con le persone che stanno soffrendo»: ci saranno diversi momenti di attenzione per lo spettacolo dal vivo in difficoltà e iniziative degli stessi artisti e ospiti, come Umberto Tozzi che sabato sera sarà sul palco e lancerà una raccolta fondi per i suoi musicisti.
Ma la sorpresa della giornata è Laura Pausini: fresca vincitrice del Golden Globe per la sua Io sì (Seen), canzone originale del film La vita davanti a sé con la regia di Edoardo Ponti, protagonista un'intensa e commovente Sofia Loren, mercoledì sera la canterà all'Ariston, il palco che 28 anni fa l'ha lanciata verso una carriera stellare. «È tutto così inaspettato, così incredibile, non ci sono parole, ci sono solo cuori che battono, emozioni senza fine, e tanta Italia. Sono in una zona arancione, ma mi sento bianca, rossa e verde», dice Laura in collegamento con il festival, il volto pallido per l'eccitazione e la notte insonne.
Non ci sarà invece, Lady Gaga, in questi giorni a Roma per le riprese di Gucci, il nuovo film di Ridley Scott in cui interpreta Patrizia Reggiani. «Mi piacerebbe averla, ma è molto impegnata», spiega Amadeus. «La verità è che lui le ha fatto rapire i cani», scherza Fiorello, che irrompe in sala stampa con «il proto-proto-protocollo», una maschera camoouflage che gli copre tutto il volto. Poi si fa serio: «Sappiamo che questo è un festival che, comunque andrà, sarà indimenticabile, quindi sono onorato di esserci. Tutto quello che sta succedendo non è un problema. I problemi sono altri e speriamo si risolvano molto presto. Noi ci metteremo d'impegno per regalare cinque serate spensierate».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato