Cultura

Sanremo 2019, il polverizzatore di record Luis Fonsi all'Ariston

L'autore del tormentone Despacito che ha fatto ballare tutto il mondo stasera duetterà con Eros Ramazzotti
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Con il tormentone Despacito, Luis Fonsi ha polverizzato qualunque record esistente. Solo in Italia, il brano ha collezionato 336 milioni di visualizzazioni su Youtube. Come se qualcuno avesse guardato ininterrottamente il video per 1817 anni. Collezionati oltre 1,6 milioni di like e un disco di Diamante, il primo assegnato nel nostro Paese.

Ma Fonsi, portoricano trasferito a Miami con 20 anni di carriera alle spalle, non si sente affatto ingabbiato in un successo che ha varcato i confini del Sud America per far ballare tutto il mondo.

«Stanco di Despacito? No, affatto - dice il cantante 41enne, sbarcato a Sanremo per il duetto con Eros Ramazzotti nel brano «Per le strade una canzone», nella serata finale del festival -. Il mio lavoro è rendere felici le persone e metterle in comunicazione. Con questa canzone ci sono riuscito, dunque perché dovrei essere stanco? Anche quando avrò 60 anni, se la gente la vorrà ancora ascoltarla, io sarò felice di cantarla. Mi ha cambiato la vita, ma ho alle spalle una lunga carriera e altri successi nell'America Latina».

Con Eros la conoscenza è di lunga data: «Ci siamo visti diverse volte. Mi ha chiamato per portare un po’ di sapore latino-americano nel suo brano. È la prima volta che presentiamo insieme la canzone». Al Festival, invece, è rimasto colpito dai Boomdabash: «Siamo connessi, possiamo imparare gli uni dagli altri. Ho sempre pensato che c'è una sorta di linea che collega Italia e Sud America. Io sono stato ispirato da autori e producer italiani».

Da pochi giorni è uscito il suo nono album Vida, che ha avuto una lavorazione di due anni e contiene 12 canzoni, tra le quali le hit Despacito, Calypso, Echame la culpa e duetti con Ozuna, Demi Lovato, Daddy Yankee, Stefflon Don. «Sono un fan della musica. E mi piace collaborare con altri artisti, anche se purtroppo non c'è tempo per fare tutto quello che vorrei. È il segnale che la musica non ha linguaggi e le barriere sono abbattute - continua Fonsi -. Persone da differenti parti del mondo vogliono comunicare insieme e mescolare linguaggi, stili».

Il sogno nel cassetto? Madonna. «Se mi cerca, datele il mio numero!», scherza. Rispetto agli inizi, il cantante portoricano ha virato dalle ballad romantiche a un ritmo decisamente più danzereccio. «Sono le mie due anime. Ho troppa energia per essere solo romantico e troppo romanticismo per essere tutto latino-americano. Sono generi che si mescolano in me, ma in realtà ci sono sempre stati, fin dai primi dischi». Prima di tornare live, con un tour mondiale che partirà in giugno (e toccherà l'Italia a fine estate), sarà anche protagonista in tv, in due Stati contemporaneamente: coach sia de La Voz Spain che de La Voz Usa.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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