Cultura

San Barnaba, applausi per la tiktoker che rende la filosofia... spettacolare

Successo per lo spettacolo benefico per Raricomefranci con Benedetta Santini, Daniele Squassina e Daniela Savoldi
  • Applausi per «Platone, c’ho l’ansia!» al San Barnaba
    Applausi per «Platone, c’ho l’ansia!» al San Barnaba
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    Applausi per «Platone, c’ho l’ansia!» al San Barnaba
  • Applausi per «Platone, c’ho l’ansia!» al San Barnaba
    Applausi per «Platone, c’ho l’ansia!» al San Barnaba
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Il violoncello di Daniela Savoldi è magico: piange, sbuffa, tende i nervi delle sue corde, vibra, disegna nello spazio dell’Auditorium San Barnaba atmosfere accoglienti, nella solitudine fa risuonare le sue profondità. Percosso, diventa un tam tam ancestrale, poi con un guizzo dell’archetto fa sgorgare un rivo saltellante, obliquo, contemporaneo. E mentre la sua metà umana rovescia indietro la testa in una trance apparente, lui scava, scava…

È accaduto martedì sera in un San Barnaba gremito, per lo spettacolo di narrazione «Platone, c’ho l’ansia!», tratto dall’omonimo saggio, edito da Mondadori, di Benedetta Santini, psicologa e insegnante di filosofia, e soprattutto seguitissima tiktoker bresciana (oltre 300mila followers per il suo progetto «Filosofia e Caffeina»).

La serata

Il violoncello della Savoldi e la sensibile, partecipata lettura del noto attore Daniele Squassina - che ha dato voce ai grandi filosofi con brevi citazioni tratte dalle loro opere -, hanno accompagnato il racconto della Santini, che ha disegnato i profili di Seneca, Schopenhauer, Nietzsche, colti nei loro lati umani, nelle loro debolezze o cadute. Che sono anche le nostre. Ma anche nel loro pensiero, utile a loro, come a noi, per sciogliere le «impasse» dell’esistenza.

Benedetta Santini è una giovane fresca e talentuosa, colta, precisa. Traduce il suo sapere - filosofia amalgamata con la psicologia - in racconti che hanno la semplicità delle favole narrate oralmente e il tono cordiale di una conversazione tra amici, diretta, «alla bresciana», senza disdegnare espressioni colloquiali da millennial («arrivati a una certa...», «e allora che fai? Fai casino!», «... va a farsi una birra»), che disinvoltamente lei accosta a parole del greco antico, per trattare in maniera lieve - e ci riesce - di argomenti seri, come il «sentirsi fuori posto» o il «trovare il proprio posto nel mondo», l’«instabilità verso le buone intenzioni», la «provvidenza»; e poi per dire di «angoscia», «abbandono», «regressione», puntando soprattutto a farci riflettere sul «cambiamento», che, benché positivo, ci fa sempre un po’ paura. La giovane narratrice è partita dalla considerazione di un nostro cercare - nella vita di tutti i giorni - «una conversazione profonda», per «dare un significato al nostro parlare», per «poter respirare». Perché le nostre - e come darle torto - sono «vite in apnea».

E questo è stato lo spettacolo «Platone, c’ho l’ansia!»: un discorrere intelligente, profondo, benché a tratti molto informale. Una serata utile, una sosta per riflettere grazie alle parole dei filosofi (umane, accorate perfino, e tutt’altro che distanti dal nostro esistere). Un tempo utile, un modo per stringersi tra persone non dissimili, per darsi una risposta alla domanda formulata dalla tiktoker: «Esistono quelli come me?».

Applausi

 Il pubblico ha applaudito ripetutamente durante lo spettacolo, specialmente per le coinvolgenti musiche della Savoldi, e ancora con entusiasmo alla fine. A chiudere la serata, gli interventi di Marco Tedoldi e Anna Della Moretta, per Raricomefranci; del prof. Raffaele Badolato (direttore della Clinica pediatrica universitaria degli Spedali Civili), del rettore dell’Università degli studi, Francesco Castelli, e del direttore del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini. Per ricordare che l’intero ricavato dello spettacolo (a cui gli artisti si sono prestati gratuitamente) va a sostegno di Raricomefranci, progetto ideato dai genitori di Francesco, un bambino morto a 11 anni a causa di una malattia genetica rara. L’obiettivo dell’iniziativa, sostenuta da Associazione Saveriocrea onlus e Rotary Brescia Est (presenti con le loro rappresentanti), e supportata dal Giornale di Brescia, è finanziare un ricercatore, per formare al Civile una competenza di alto profilo che si occupi di malattie metaboliche rare. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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